Cori razzisti a Maignan: cosa rischia l'Udinese e cosa dice il regolamento
I reiterati cori di stampo razzista rivolti dai tifosi bianconeri a Magic Mike saranno oggetto d’analisi da parte del giudice sportivo
Un altro episodio di razzismo in Serie A. Un'altra pagina vergognosa per il calcio italiano. Questa volta al centro dei cori offensivi c'era Mike Maignan, portiere francese del Milan, impegnato nella gara delle 20.45 dell'anticipo della 21esima giornata in casa dell'Udinese. Come vi abbiamo raccontato ieri sera, i cori razzisti dagli spalti del Bluenergy Stadium sono partiti al 26esimo minuto del primo tempo e sono proseguiti al 32esimo, costringendo il numero uno rossonero dapprima a rivolgersi all'indirizzo dell'arbitro Maresca affinché prendesse un provvedimento e successivamente ad abbandonare il terreno di gioco.
Inutile dire che i reiterati cori di stampo razzista rivolti dai tifosi bianconeri a Magic Mike saranno oggetto d’analisi da parte del giudice sportivo.
Cori razzisti a Maignan: ecco cosa rischia l'Udinese
Dopo i gravissimi eventi di ieri sera, a rimetterci potrebbe essere proprio l'Udinese. Il club friulano rischia una maxi sanzione, ovvero una multa da almeno 10.000 euro, oppure la chiusura della Curva per almeno una partita casalinga. Deciderà il giudice sportivo, tenendo presente che per i club sussiste il principio di responsabilità oggettiva. Il regolamento di giustizia sportiva parla chiaro: “Le società sono responsabili per l’introduzione o l’esibizione negli impianti sportivi da parte dei propri sostenitori di disegni, scritte, simboli, emblemi o simili, recanti espressioni di discriminazione. Esse sono responsabili per cori, grida e ogni altra manifestazione che siano, per dimensione e percezione reale del fenomeno, espressione di discriminazione. In caso di prima violazione, si applica la sanzione minima di cui all’art. 8, comma 1, lettera d)”. La lettera D del comma 1 dell'articolo 8 prevede l'obbligo di disputare o più gare con uno o più settori privi di spettatori.
In tal senso, ci sono due precedenti freschissimi dello scorso anno. Per cori antisemiti durante il derby, la curva Nord della Lazio venne chiusa per un turno. Sempre a Roma, sponda giallorossa, la società capitolina era stata costretta a pagare una multa di 8000 euro per cori razzisti contro l’allenatore della Sampdoria, Dejan Stankovic.
Altri casi nella storia recente della serie A hanno ballato proprio tra due possibilità. Da una parte una multa, magari anche più salata per la società, dall’altra una diffida o addirittura la chiusura di una parte dello stadio per una, al massimo due partite. Non crediamo che si possa andare oltre, anche perché gli atteggiamenti e o cori razzisti contro Maignan sembrano essere venuti solo da una parte dell'impianto. Per questo avrà un suo peso anche la capacità del club bianconero di individuare chi si è reso protagonista di quei cori.
Cori razzisti a Maignan: il disappunto del ministro Abodi
Discorso diverso però sarebbe se Udinese-Milan venisse presa come momento di svolta. Il Ministro dello Sport Andrea Abodi poco dopo i fatti di ieri sera ha scritto su X che “il 'No al razzismo' non può, e non deve riguardare il colore di una maglia o della pelle, non riguarda una religione o un popolo o una città: vale sempre e ovunque! Proprio come il rispetto: sempre e ovunque! E chi sbaglia deve risponderne”.
Se il Ministro volesse scegliere questa partita e questi fatti per dare un segnale forte, allora l'Udinese potrà rischiare davvero tanto e diventare un caso che farà giurisprudenza. Il governo del calcio e magari anche quello della Nazione potrebbero utilizzare questo accadimento per una pena severa e soprattutto affinché faccia giurisprudenza per eventuali nuovi atti di questo genere.
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