Ieri i nerazzurri sono rimasti a secco per la prima volta in stagione: quando il tandem offensivo latita, mancano soluzioni alternative. Intanto Romelu conferma il tabù dei match contro le grandi squadre

E alla quindicesima giornata il carrarmato-Inter s'inceppò. È successo ieri, nella fredda serata di San Siro, con i ragazzi di Conte che hanno concluso il match contro la Roma (0-0 il finale) senza nemmeno un gol messo a referto: tra campionato e Champions, non era mai successo in questa stagione. Attenzione: fare allarmismi in tal senso risulterebbe alquanto esagerato, visto il ruolino di marcia che sta tenendo l'Inter in questa prima fetta di stagione. Per di più, non vanno dimenticate le ottime prestazioni del portiere giallorosso Mirante (due volte decisivo su Lukaku e Vecino) e della coppia di centrali Mancini-Smalling, assolutamente perfetta durante tutti i 90'. Però è lecito fermarsi qualche istante a riflettere su un paio di questioni, strettamente legate tra loro: 1) la difficoltà dell'Inter nel trovare marcatori alternativi al tandem titolare composto da Lukaku e Lautaro Martinez; 2) lo scarso feeling dello stesso Lukaku con i big-match. Affrontiamole nel dettaglio.QUANDO LA LU-LA NON BASTA - Dopo 15 giornate di Serie A e 5 partite di Champions League, l'Inter ha messo a segno 40 reti (31+9), di cui più della metà firmate dal duo Lukaku-Lautaro: la Lu-La nerazzurra ha prodotto infatti 24 gol complessivi (13 dell'argentino e 11 del belga), togliendo spesso le castagne dal fuoco in momenti complicati. Dietro di loro, praticamente, il vuoto: sul gradino più basso del podio dei marcatori interisti troviamo Candreva e Sensi a quota 3 reti, seguiti da Brozovic (2), Vecino (2), Barella (2), De Vrij (1), Gagliardini (1), D'Ambrosio (1), Sanchez (1). Un piccolo "problema", se così si può chiamare, che Conte dovrà provare a risolvere. Perché poi può succedere, come contro la Roma, che se la Lu-La non è "piena" l'Inter resta a secco: non esattamente il massimo, per una squadra con l'ambizione di dare fastidio alla Juventus fino alla fine del campionato e, possibilmente, andare avanti in Champions League.LUKAKU, ALLERGIA ALLE BIG? - Ma c'è di più. Riavvolgendo il nastro dei primi mesi nerazzurri di Romelu Lukaku, emerge un altro spunto di riflessione: il centravanti belga sembra non riuscire a incidere nei big-match, come fosse affetto da una sorta di "allergia" alle partite che contano. "Come si fa a criticare un attaccante appena arrivato in Italia e già in doppia cifra?": questa, probabilmente, la domanda che si sta ponendo qualcuno di voi. Interrogativo assolutamente giustificato, se non fosse che questa non vuole essere una critica ma, piuttosto, una considerazione. Consideriamo, ad esempio, il "peso" specifico dei 10 gol segnati in campionato da Lukaku, in rigoroso ordine cronologico: rete del 3-0 al Lecce; rigore del 2-1 a Cagliari; il 2-0 che ha chiuso il derby contro il Milan; la doppietta col Sassuolo; i sigilli contro Parma e Brescia; un'altra doppietta a Bologna; la terza marcatura nel 3-0 a Torino, sponda granata. Eccezion fatta per il derby (giocato tuttavia contro un Milan in evidente difficoltà), mancano all'appello le reti nei big match, visto che Romelu è rimasto a secco nei match contro Lazio, Juventus e appunto Roma, con l'attenuante di dover ancora affrontare Napoli e Atalanta (che inseriamo nel lotto delle "big", considerando le squadre attualmente impegnate nelle coppe europee). Probabilmente, ci si può aspettare qualcosa in più sotto questo punto di vista, considerato l'esborso importante (65 milioni + 10 di bonus) fatto in estate dall'Inter per strapparlo al Manchester United. A proposito di United: nel suo biennio con la maglia dei Red Devils, Lukaku ha in un certo senso "anticipato" la tendenza di cui stiamo parlando, centrando solo una volta in Premier il bersaglio contro un top team (era il 25 febbraio 2018, nel 2-1 al Chelsea). Ma torniamo all'Inter e alla stagione attuale. Il discorso si può replicare pensando alla Champions, dove il numero 9 nerazzurro ha timbrato solo una volta il cartellino nella recente trasferta di Praga con lo Slavia, ritrovando il gol nella massima competizione europea che mancava da 8 mesi (doppietta al PSG di Buffon negli ottavi della scorsa edizione della Coppa dei Campioni). Prima, invece, non aveva lasciato il segno nel ben più probante doppio confronto col Borussia Dortmund, mentre a Barcellona era stato costretto al forfait per infortunio. Ecco perché la serata di martedì prossimo diventa fondamentale per Lukaku: i tifosi nerazzurri ripongono (anche) nella sua vena realizzativa le speranze di battere il Barça e staccare il pass per gli ottavi. E lui, segnando, avrebbe l'occasione di rifarsi, trovando così la cura per risolvere il suo "mal di gol" nei big match.
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