Gattuso: "Già parlato con Kessié. Il k.o. del derby brucia. A fine stagione..."
Le parole di Gennaro Gattuso alla vigilia di Samp-Milan: "Il derby brucia. San Siro il cuore, ma occorre altro per essere al top. Il mio futuro? A maggio.."Dopo il passo falso - con sconfitta annessa - messo a referto il 17 marzo contro l’Inter, in casa Milan è l’ora di rialzare la testa e riprendere sin da subito il cammino offuscato da un calo fisico evidente nell’ultimo periodo, nonostante i risultati positivi ottenuti prima del derby. Le notizie positive non mancano: la rosa a disposizione di Gennaro Gattuso è al completo, la quarta posizione in classifica non preclude il raggiungimento del noto obiettivo stagionale, la sosta per le nazionali ha dato un’ulteriore iniezione di fiducia a giocatori importanti come Calhanoglu e Piatek. Eppure dopo la pausa le insidie stentano a mancare, motivo per cui alla vigilia del match con la Sampdoria il tecnico dei rossoneri fa il punto della situazione, riecheggiando i veleni del derby di due settimane fa ed evidenziando i principi di gioco e di gruppo che i suoi ragazzi devono perseguire.
Sulla Sampdoria:
"Davanti ha giocatori incredibili, dietro prende pochi gol ed è allenata da un grande tecnico. Domani servirà una grande partita".
Sui segnali incoraggianti trapelati dagli ultimi finali di gare giocati:
“I segnali ci sono, le idee anche. E’ da mesi che dico per fare cose diverse bisogna conoscere bene i giocatori. Io sono uno che ha fatto una carriera sulla pressione alta, ma quando l’ho fatta fare alla mia squadra i risultati non sono stati positivi. Forse non sono stato bravo abbastanza, la squadra si è dimostrata scollata e ha giocato sui 48 metri al posto che sui 22-24 metri come negli ultimi mesi. L’importante è capire dove abbiamo sbagliato e fare meglio”.
Sul litigio tra Kessié e Biglia:
“E’ uscito che non ho avuto il confronto con Kessié. Il confronto l’ho avuto ma non ieri perché ieri era in programma l’allenamento. I miei giocatori lo sanno: quando arrivo in una squadra faccio il gesto di strapparmi il cuore e lo metto in mezzo; loro possono palleggiare anche con il mio cuore. Però quando si scade in quanto successo nel derby tra Franck e Lucas a me non va bene. E’ quella la vera sconfitta, la sconfitta del gruppo. Anche io ho sbagliato in carriera e ho sempre pagato a caro prezzo. La società mi ha fatto sempre pesare gli errori e l’attuale società è stata impeccabile con Kessie e Biglia. Io non sono arrabbiato con Franck. C’è stata delusione da parte mia, ma ora non c’è più. In questo momento dobbiamo non perdere la testa e giocare”.
Su San Siro:
“San Siro è il cuore. Per me è stato un sogno, ma per essere al top nel calcio moderno ci vuole qualcosa di proprietà del club, che vuole tornare a competere con squadre che hanno stadio, denaro, merchandising. La Juventus insegna”.
Sugli strascichi del derby:
“E’ stata una mazzata ed è una sconfitta che brucia. Ma dobbiamo pensare a far bene già da domani perché il nostro scudetto è la Champions League e siamo ancora là. Abbiamo sbagliato e perso il derby, il primo tempo è stato imbarazzane, ma dobbiamo prendere quanto di buono fatto nel secondo tempo. Domani voglio vedere il solito Milan, una squadra che entra in campo organizzato sulla fase difensiva - l’opposto di quanto fatto nel derby -, che non va in panico alla prima imbucata e che non soffra l’avversario come fatto con l’Inter. Nel derby ho sbagliato io in primis, sono responsabilità mia gli errori della squadra: non uscivamo mai insieme coordinati, non è stato Vecino il vero problema. Con le grandi abbiamo sbagliato spesso ma se sono grandi significa forse che occorre un altro tipo di calcio. Sono io che devo crescere per primo”.
Su Vialli:
“Gianluca è stato un grandissimo calciatore, un personaggio unico e squisito da ascoltare. Sul resto e sul suo possibile futuro in società non so nulla e non voglio parlarne”.
Sul gap con i top club:
“Le statistiche dicono che certi giocatori che abbiamo non possono fare cose diverse da quelle che abbiamo fatto per mesi. Correre su più metri non possiamo permettercelo. Altre squadre sì”.
Sull’importanza dei prossimi mesi e sul futuro della panchina:
“Il mio futuro lo saprete tra due mesi e non è la priorità di questo club, né la mia. Io voglio centrare l’obiettivo di portare il Milan dove merita. Sono focalizzato solo su quello. Poi tra due mesi vi dico cosa penso veramente e cosa farò”.
Sul quarto posto:
“E’ come uno scudetto per noi. Dal punto di vista economico è importantissimo e sono d’accordo con Scaroni, ma se potessi barattare uno scudetto vero o due con un quarto posto lo farei”.
Sui fattori positivi nella sosta Nazionali:
“Fa bene ai giocatori fare un assist o buttare in rete un pallone. E’ una buona iniezione di fiducia, ma giocare in nazionale è diverso rispetto che in un club”.
Su Paquetà e Suso:
“Paquetà giocava come mezz’ala anche nel Flamengo e non solo nel Brasile, dove magari ha meno compiti difensivi. Non so che Suso vedremo, ma spero con meno pause e intermittenze perché è un giocatore importante per assist e gol”.
Sulle parole di Castillejo:
“Samu è cresciuto tanto e ha ragione a dire che non mi capisce quando mi fa arrabbiare e inizio a parlare veloce. In quei casi parlo calabrese, normale non mi capisca. A prescindere da tutto comunque, se oggi siamo nella posizione in cui siamo, significa che nei momenti di difficoltà questa squadra è stata unita con grande serenità. Questa è stata la nostra forza. Poi può succedere che due compagni litighino ma per quello c’è lo spogliatoio. Non siamo al Grande Fratello. Due ragazzi che vogliono chiarire possono andare nel mio ufficio, nella sauna o dove vogliono. Per questo non permetto a nessuno di rovinare la coesione del gruppo”.
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