Tardelli sul doping nel calcio: “Ci fidavamo del medico della società, Mihajlovic e Vialli hanno spinto Dino Baggio a capire ma non ha accusato”
Intervistato da Il Corriere della Sera, il campione del mondo 1982 ha rilasciato le seguenti considerazioni sul doping
Il campione del mondo 1982 ed ex Juventus, Marco Tardelli, rilasciò le seguenti dichiarazioni sul doping nel calcio a Il Corriere della Sera, commentando le frasi di preoccupazione di Dino Baggio, arrivare subito dopo le morti di Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli. Ecco un estratto della sua intervista:
“C’era un medico di società, un po’ come quello di famiglia: se il giocatore aveva un problema, il dottore lo valutava e se proponeva un farmaco, permesso ribadisco, il giocatore lo assumeva e andava in campo…
Se stavo bene tutto ok, ma io andavo in campo anche se non ero in perfette condizioni. I tempi di recupero erano stretti, si doveva giocare e quindi è possibile che abbia abusato di qualche farmaco.
La verità è che ci fidavamo del medico della società. Non avevamo la conoscenza e la consapevolezza attuale. Col passare del tempo alcuni farmaci sono stati vietati, non si possono più usare”
Poi il commento sulle parole di Dino Baggio dopo le morti di Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli: “Dino Baggio non ha fatto un j’accuse, ha chiesto di capire: datemi una mano a comprendere cosa ho assunto, quali conseguenze possono esserci. La verità è che ogni organismo reagisce in modo diverso.
Spero di essere fortunato, tutto qui. Non credo che ci sia un legame diretto tra le medicine prese e la morte prematura di certi sportivi. Nessuno ha mai spiegato questa relazione. Come si fa a sostenerlo? Certo che centenari nello sport non si vedono. La normalità è 80- 82-83 anni, forse perché il nostro corpo è maggiormente usurato”