Torino oggi a Verona per riprendere l'euro-corsa. Out Molinaro, c'è Ansaldi
Il Torino affronterà l'Hellas Verona che occupa il penultimo posto in classifica, alternando ottime prove a risultati negativi. La squadra dovrà dimostrare di essersi lasciata alle spalle la sconfitta nel derby, con l'obiettivo di guadagnare punti sulle pretendenti europee.
-di Alberto Gervasi-
La squadra dovrà essere più cinica, e si dovrà accontentare anche di risultati “sporchi”, senza bel gioco. Parola di Walter Mazzarri. Dopo il passaggio a vuoto nel derby il Torino può ricominciare la sua corsa, e deve farlo adesso, con i prossimi due impegni per nulla proibitivi. Oggi alle 15 al “Bentegodi” con l’Hellas Verona, e la settimana prossima in casa contro il Crotone, i granata dovranno confermare i passi avanti maturati nelle ultime uscite, anche e soprattutto dopo una battuta d’arresto. Gli infortuni di Molinaro, Edera e Bonifazi restringono in ventaglio delle scelte, e tolgono agli ultimi due la possibilità di partecipare allo stage del “nuovo” ct della Nazionale Gigi Di Biagio, ma dall’altro lato il recupero di Barreca a sinistra fa sorridere il tecnico. Nella conferenza stampa della vigilia, lo stesso Mazzarri ha elogiato la prestazione dei suoi nella stracittadina, pur facendo notare come la sua squadra non sia riuscita, nell’ultimo spezzone di gara, a mettere da parte il palleggio e ad essere più pratica nell’attaccare, contro una formazione che ha concesso pochissimo. L’impressione è che il gruppo, dopo 6 gare con l’allenatore di San Vincenzo al timone, debba ancora assimilare dettami e input. L’Hellas Verona capita al momento giusto: la squadra di Fabio Pecchia gravita nelle zone basse della classifica, ma è una sorta di mina vagante, in quanto ha alternativo prestazioni sottotono a risultati strabilianti. I 16 punti totali sono stati conquistati più che altro in trasferta (9 contro 7 fra le mura amiche), e gli scaligeri sono la squadra che in campionato ha tirato di meno (ultimo posto con 91 tiri, il Cagliari penultimo è a 108). L’estremo difensore Nicolas ha parato più di tutti i suoi colleghi (133 volte) e i giocatori di movimento hanno fornito la quantità minore di assist del torneo (32). Di contro, si tratta di una squadra prevalentemente formata da giocatori con buona corsa, senza (forse) la punta di diamante che possa permettere il salto di qualità in vista della salvezza.L’ex di lusso Alessio Cerci è ai box da tempo e non sarà disponibile, e Pazzini ha salutato il Veneto a gennaio trasferendosi in Spagna. I nuovi stanno cercando di integrarsi al meglio, ma con pochi risultati fino a questo momento. Quando gli uomini chiave sono in giornata, l’Hellas è capace di regalare prestazioni importanti, come in casa contro Milan e Roma, e in trasferta a Firenze, ma fa molta fatica in zona gol. Il 4-4-2 di Pecchia, con matrice offensiva, vedrà la catena di sinistra formata dal terzino atipico Fares e da Matos, mentre in avanti giocheranno Petkovic e l’ex juventino Kean. In fase di non possesso, le due linee molto vicine garantiranno copertura dagli inserimenti dei centrocampisti granata. Mazzarri dovrebbe riproporre nuovamente il 4-3-3: davanti a Sirigu, l’unica novità sarà rappresentata dall’impiego di Ansaldi dal primo minuto sull’out sinistro. Centrocampo confermato, mentre davanti Belotti dovrebbe essere meno solo rispetto al derby, con l’affiancamento di Iago Falque e Niang. La mossa vincente del Torino potrebbero essere proprio gli inserimenti dei suoi interni di centrocampo Baselli e Obi, con il lavoro di Iago ad allargare la squadra e l’avanzamento di Ansaldi in fase di attacco. In questo modo Niang e Belotti sarebbero più vicini e in condizioni migliori per affrontare la retroguardia gialloblù. A partita in corso, forse, potrebbe esserci spazio per Ljiajc. I tre punti sono l’unico obiettivo, visti soprattutto gli impegni delle pretendenti europee, con l’Atalanta impegnata allo “Stadium”, la Sampdoria in casa con l’Udinese e il Milan che affronterà la Roma. L’impegno di Verona, sulla carta, non è certo difficile. Il Torino, per bocca del suo allenatore, dovrà mettere in campo testa, gambe e organizzazione. Solo così si potrà sognare.
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