Anche Simone Inzaghi si è unito a Jurgen Klopp e Stefano Pioli che a dicembre in occasione di Milan-Liverpool avevano criticato il campo di San Siro. Il campo è in condizioni pessime, esteticamente brutto alla visibilità, ma anche pericoloso perché aumenta il rischio infortuni per i giocatori. 

Tutto è nato con la Nations League di ottobre, da lì in poi il terreno è andato in costante sofferenza e il tour de force a cui è stato costretto lo stadio (7 partite in 17 giorni, tra il 6 e il 23 gennaio) ha aggravato ulteriormente la situazione. “L’unica vera soluzione è il riposo”, spiega a Il Corriere della Sera Giovanni Castelli, agronomo della Lega Calcio e responsabile del terreno di San Siro dal 1990. "Si gioca troppo, il prato non riesce a recuperare nonostante la manutenzione. Capisco che i calendari siano intasati e ci sia poco spazio, ma almeno le soste vanno rispettate. Ne va del gioco e della salute".

Ora ci saranno altre due partite nel giro di poco più di 24 ore, Inter-Venezia sabato 22 gennaio alle 18 e Milan-Juventus domenica 23 gennaio alle 20.45. Poi la sosta, che potrà offrire un po' di riposo e la speranza che il fondo, dal 2012 un ibrido erba-sintetico, migliori le proprie condizioni. Anche perché alla ripresa ci sarà il derby e l'obiettivo è quello di presentare un campo adeguato. Scatta il piano di recupero e tra le ipotesi al vaglio c'è anche una rizollatura completa durante la pausa, ma anche questa soluzione presenta diverse complicazioni e difficoltà: i giorni sono pochi, dovrebbe funzionare tutto alla perfezione e il rischio è che l'erba non attecchisca. La palla è nelle mani di M-I Stadio, società compartecipata da Milan e Inter: è corsa contro il tempo per presentare un campo accettabile per il derby.

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