Miccoli attacca top club italiano: “Stile? Club con figli e figliastri e che obbligano a fare…”
L’ex bianconero ha criticato la sua ex società durante un’intervista rilasciata a Il Giornale
Fabrizio Miccoli è stato senza dubbio uno dei più grandi talenti del calcio italiano, sbocciati nei primi anni 2000. La sua tecnica e il suo senso del gol, fecero le fortune del Perugia di Serse Cosmi, ma non quelle della Juventus.
Miccoli e la Juventus: un’occasione sprecata
Dopo le prodezze con il Grifo, l’attaccante italiano si trasferì nel 2003/2004 alla Juve, ma le cose non andarono per il verso giusto. Anche in bianconero, Miccoli sfoggiò in varie occasioni la sua tecnica ma non riuscì mai a entrare veramente nell’undici titolare dell’epoca. Dunque, l’esperienza a Torino fu un mezzo flop per il ragazzo di Nardò, il quale si riscattò successivamente con le maglie di Fiorentina, Benfica e Palermo.
Le rivelazioni di Miccoli sulla sua esperienza nella Juventus
L’ex calciatore rilasciò le seguenti parole diversi anni fa durante un’intervista concessa a Il Giornale, dove parlò della sua esperienza non proprio positiva nella Juventus. Miccoli criticò soprattutto alcune imposizioni dettate dalla società bianconera, le quali - secondo Miccoli - valevano più che altro solo per lui e non per altro calciatori. Ecco le sue parole al veleno:
“A Torino sembrava che lo stile Juve valesse solo per me, per farmi togliere l’orecchino. Io facevo notare che c’era chi ne aveva due in un orecchio o chi aveva i capelli rasta, ma a loro non dicevano nulla, il problema era solo il mio orecchino. Adesso mi sono comprato quello di Maradona e lo tengo in casa. L’ho acquistato di proposito per ridarlo a Diego e fare una foto con lui. Tutti sanno che mi piace il wrestling ma, nella riunione di arbitri e capitani, Collina mi ha detto di non mettere più la maschera in segno di esultanza dopo un gol, altrimenti sarei stato ammonito. Perciò adesso mimo con le mani la maschera".