Cuadrado e il rigore in Juve-Inter, Tutto Napoli rincara la dose: “Ha simulato, dov’è la vecchia prova TV?”
La testata giornalistica campana attacca Cuadrado e invoca la vecchia prova TV per la squalifica
Cuadrado, fa ancora discutere il rigore concesso in Juve-Inter: il colombiano, in occasione del derby d’Italia, si è procurato un penalty al quanto discutibile, che di fatto ha regalato tre punti preziosi in ottica Champions.
In molti hanno evidenziato come Cuadrado abbia volontariamente cercato la gamba di Perisic, il quale non poteva assolutamente scansarsi per evitare il contatto. A rendere ulteriormente sconcertante la vicenda è stato il mancato richiamo da parte del Var, che ha avallato la decisione di Calvarese.
”Cuadrado simula”: la richiesta di Tutto Napoli
Le critiche nei confronti dell’arbitro Calvarese non sono mancate in questi ultimi giorni: giornalisti, ex calciatori e addetti ai lavori hanno avuto modo di esprimere la propria opinione in merito al penalty procuratosi da Cuadrado.
Oggi invece si segnala una richiesta alquanto particolare: la testata Tutto Napoli è tornata sulla vicenda esprimendo il proprio disappunto. L’articolo apparso sul portale, a firma del vice-direttore Arturo Minervini, titola: “Perché Cuadrado non è stato squalificato per tre giornate?”.
Il giornalista si chiede il perché non sia ancora in uso, presso gli Organi di Giustizia Sportiva, la celeberrima prova TV, che in passato ha mietuto tante “vittime”. Intere generazioni di calciatori, prima di Cuadrado, hanno fatto i conti con la scure del Giudice Sportivo, abbattutasi a margine di evidenti episodi di simulazione o di condotta violenta in campo sfuggita al direttore di gara.
Facendo un confronto con quanto capitò a Zalayeta diversi anni fa, con tanto di applicazione della prova TV e squalifica per il Panteron, Minervini afferma che il mezzo televisivo utilizzato in passato, sarà pure antico, ma resta comunque efficace ”per svolgere una funzione preventiva”.
Il vice-direttore di Tutto Napoli inoltre invoca l’emanazione di ”una norma perentoria sulla questione assumerebbe la funzione di deterrente verso questa pratica oscena”, ossia con una “doppia funzione preventiva e (eventualmente) sanzionatoria”.
Minervini dunque precisa che basterebbe la volontà per combattere i mali di questo calcio e ciò “senza perdersi in cervellotiche formule o astruse restrizioni che limitano il raggio d’azione di chi deve tutelare un bene primario: la passione dei tifosi”.