Gaston Ramirez, trequartista della Sampdoria, ha parlato ai microfoni de Il Secolo XIX  e ha commentato la complicata situazione. Le sue parole L'uruguaiano ha commentato così il suo stato d’animo: “È dura. Sono dure queste giornate e sono stilettate le notizie, sentire di tutti quei morti. Provo un senso di profonda tristezza per loro, per i loro cari. Io e la mia famiglia stiamo bene grazie al cielo, ma siamo anche consapevoli che dobbiamo dare il nostro contributo, rimanendo a casa. Restare calmi e lucidi quando dominano il caos, le ansie e le preoccupazioni, ci metti un attimo a uscire di testa. Bisogna resistere” Sul ritorno in Uruguay: “Penso che resteremo a Genova. Non riesco a togliermi dalla testa la gente che soffre… noi giocatori e la società abbiamo dato una mano al San Martino. Bisogna che chiunque, se può e per quel che può, alimenti la raccolta fondi. Perché non è finita”. Sul calcio e la Serie A: “Difficile parlare di calcio e specialmente di una possibile ripresa del campionato. È dura pensare a ripartire dopo tutto questo. Io non gioco una partita da quasi due mesi, dal 16 febbraio contro la Fiorentina, perché poi mi sono trascinato dietro la giornata di squalifica in tutti quei rinvii. Penso che oggi sia più importante pensare alle famiglie che ai problemi del calcio. Se si riprendesse a giocare? È un po’ come prepararsi per l’Olimpiade solo il mese prima. Perdi qualità. Si vedranno secondo me molte partite brutte. Un calcio non all’altezza dei livelli della Serie A”
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