Arriva la prima vittoria in un masters 1000 per John Isner, padrone di casa, che a Miami supera un nervos Alexander Zverev in tre set: 6-7 6-4 6-4

-di Giuseppe Cambria-

Una resurrezione tennistica. A Miami trionfa il gigante John Isner, che da lunedì rientrerà nella top ten del ranking ATP, alla veneranda età di 32 anni. Se fossero stati 33 il paragone blasfemo con Gesù Cristo sarebbe stato troppo scontato, ma per Isner è davvero una rinascita. Il primo titolo masters in carriera arriva battendo, e ribaltando, il ragazzino Alexander “Sascha” Zvererv, che un masters 1000 l’ha già vinto a Roma, contro un certo Djokovic. Il tedesco regge bene nel primo set il poderoso Isner, etichettato da sempre come uno spilungone limitato a un servizio potente. Il primo set è un equilibrio del servizio, nonostante le tantissime palle break. Alla fine si arriva al tie e lì riesce ad avere la meglio Zverev in un giro equilibrato. Dal secondo set in poi si parla solo americano. Sascha esce mentalmente dal campo, ma fisicamente quello messo peggio sembra proprio John Isner. La previsione rimane sempre la stessa: stancatosi il braccio addetto al servizio, il bombardiere resta in balia dell’avversario e della sconfitta sicura. Calcolo errato. C’è ancora equilibrio ai servizi (l’americano collezionerà a fine partita ben 18 ace e l’82% di punti vincenti alla prima di servizio) ma il primo break del match arriva sugli errori e i doppi falli del tedesco, che Isner sfrutta ala grande. Nel game successivo Zverev ottiene due palle break, annullate dall’avversario che alla fine porta a casa il set per 6-4. Nel set decisivo il servizio del gigante americano è ancora straripante, ma non sfrutta le palle break che arrivano, mentre il giovane Zverev decide di non sfoderare il rovescio incrociato, colpo che ha tra le sue abilità, e subisce il dritto dell'avversario. Arriva l’esito fotocopia del set precedente, con servizio perso da Sascha sul 4-4. Il game decisivo vede il tedesco rimanere a 0, il quale, preso dal nervosismo, spacca pure la racchetta. L'incoscienza della gioventù regala il trionfo finale a un fenomenale Isner. Arriva un po’ di gloria, in casa, a chi l' ha cercata durante questi anni avari di carriera. Adesso per John Isner è tempo di risorgere, ma non in senso blasfemo.
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