Riviera Romagnola regina del turismo sportivo: il sogno è la partenza del Tour de France
Negli ultimi anni il turismo sportivo in Romagna è cresciuto in modo esponenziale. Urbano Cairo premiato del IX Premio Sportur al Fantini Club di CerviaA chi pensa, sbagliando, che la Riviera Romagnola sia solo discoteca, piadina e spiagge piatte (per quanto molto ben attrezzate) giova segnalare la quantità di eventi sportivi che vi si disputano e la gente che è attirata da questo: non solo atleti professionisti, ma un sacco di amatori e junior, e tante famiglie. Scorrendo l'albo d'oro dei campionati di nuoto scopriamo che la piscina comunale coperta di Riccione ne ha ospitato ben 23 edizioni dal 2007 in avanti - tra primaverili, estivi e invernali, escludendo i master e i paralimpici -, e l'elenco non pare destinato a fermarsi. Sempre restando sul segmento Sud della Romagna, segnaliamo il Riviera Golf Resort a San Giovanni in Marignano dove si trova anche un bellissimo ed innovativo centro ippico, il Riviera Horses. Nei parchi naturali della zona insistono ben sette ippovie e vallate che sono il paradiso del free climbing, dell’arrampicata sportiva, del trekking. Il circuito di Misano intitolato a Marco Simoncelli, corianese, ospita la Super Bike e soprattutto, in collaborazione con San Marino, il Motomondiale. E poi baseball, calcio e calcetto, il Centro Tecnico Federale di squash, e quello di Tae Kwon Do. Quanto al ciclismo, Riccione ha visto nascere i Bike Hotel e ha coronato il suo percorso, già apprezzato dagli appassionati di cicloturismo che hanno a disposizione un bellissimo entroterra ricco di percorsi di ogni genere (da notare che sopra Rimini il Valmarecchia Bike Park è una notevole attrattiva per gli appassionati del genere), con la tappa del Giro d'Italia dello scorso maggio: purtroppo funestata, nella salita verso San Marino, da un diluvio torrenziale. Ma la città ha avuto un innegabile ritorno, oltre che palesare la consueta destrezza organizzativa.
Il sogno dei ciclisti è ospitare, tra due o tre anni, la partenza della Grand Boucle. L'obiettivo è stato indicato da Andrea Corsini, assessore regionale: “Abbiamo tutte le carte in regola, l’abbiamo dimostrato ampiamente quest’anno con la partenza del Giro da Bologna e le altre tre tappe disputate in Regione. Inoltre, una partenza in terra straniera non sarebbe una novità: il Tour de France quest’anno ha preso il via dal Belgio e due anni fa dalla Germania. E lo stesso Giro d’Italia nel 2020 ha scelto l’Ungheria per le prime tre tappe“. Cesenatico e Cervia le basi più pronosticate, un po' per il rodaggio effettuato con la 9 Colli, un po' per un doveroso omaggio al Pirata Marco Pantani. E a chi ritiene che lo sport sia solo una culla di viziati o un'attività intellettualmente dannosa rispondono i numeri.
Il Sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Manghi: "In Emilia-Romagna i 15 milioni in più di turisti negli ultimi quattro anni sono dovuti anche al turismo sportivo". E Davide Cassani, il quale presiede l'Azienda di Promozione Turistica dell'Emilia-Romagna: "se sono presidente Apt vuol dire che questa regione crede nel turismo sportivo, nel turismo attivo. Stiamo puntando sui grandi eventi".Cervia, appunto, andando verso Nord, un luogo - con un sindaco, Massimo Medri, a dichiarate tinte rossoblu, da tifoso, un "bolognista" romagnolo - nel quale si è creato, negli anni, un vero polo di attrazione sportiva nel Fantini Club. Come racconta il boss, Claudio Fantini, "sapete tutti che il mio grande impegno è legato allo sport e turismo. Abbiamo cominciato il beach volley con una rete da pesca e abbiamo portato l'Ironman a settembre, con 98 paesi dal mondo, 8000 atleti, 35000 persone e un indotto di milioni di euro (manifestazione clamorosa, n.d.r.). Da marzo a ottobre portiamo della gente, è la motivazione e la passione quello che intercettiamo".
A inizio ottobre il premio all'editore della Gazzetta Urbano Cairo ha sublimato l'ennesima stagione di successi. Nel suo racconto il presidente del Toro, indicato come prossimo leader politico - anche se lui ha opposto una smentita secca -, ha parlato dei suoi master professionali: "Dopo la Bocconi mi è capitato di diventare l'assistente di Berlusconi e da lì ho cominciato. Nel 1995, dopo un periodo molto positivo di quattro anni in Mondadori Pubblicità, fui cacciato, senza girarci troppo intorno. E’ stato un bel periodo collaborativo insieme a Berlusconi, e chiaramente non lo considero un gran finale, ma da lì ho avuto lo stimolo a migliorare e mi dissi che potevo anche farcela da solo. Mi misi in proprio e questo è il 23° anno consecutivo di utile, direi che male non sta andando. Il 12 dicembre di quell'anno ho fondato la mia prima azienda Cairo Pubblicità. In quel momento ero solo. Nel senso letterale del termine: non avevo nessuno con me".
Intervistato da Lorenzo Dallari, Cairo - che all'epoca di Publitalia risiedeva a Bologna e ha conosciuto benissimo la Romagna - ha speso più tempo, nella chiacchierata a cavallo della premiazione, a raccontare di bilanci da sistemare che non di sport o di calcio. E si è vantato di controllare a una a una le fatture che la RCS riceve. Un precisino, direbbero i detrattori. Uno sportivo oculato, puntualizzerebbe un estimatore.
Una cosa va notata. Dalla poliedricità romagnola Cairo qualcosa ha preso. E' l'editore tanto di magazine "futili", cucina e glamour, quanto del "giornalone" per eccellenza, Corriere della Sera, fino alla 7, una tv che si regge solo, e bene, sui talk show politici. Che la sua giornata sia monotona non si può certo pensare.
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