Dopo una giornata di totale caos la FIGC non elegge il suo presidente e giovedì sarà commissariata. I presidenti di A si ribellano

L'Italia non arriva al Mondiale e tutti hanno voglia di cambiare il mondo. Tavecchio si dimette e tutti non vedono l'ora di rinnovare il sistema calcio. Arriva il giorno delle decisioni e l'unico risultato è un ridicolo balletto delle responsabilità che porta ad un commissariamento della Federcalcio. Quanto accaduto ieri a Milano ha davvero dell'incredibile visto che l'elezione del nuovo presidente FIGC ha portato ad un nulla di fatto visto che nessuno tra Gravina, Sibilia e Tommasi prenderà lo scettro del potere.Tre votazioni senza un vincitore e poi alla quarta il dominio delle schede bianche annullate per l'ennesimo gioco di potere interno che finisce per cancellare l'ultimo briciolo di credibilità ad un sistema che non era stato in grado di produrre nemmeno un candidato espressione della volontà delle squadre di Serie A e B. Da una parte è stato chiaro sin dal principio che Tommasi non aveva i numeri per farcela, dall'altra Sibilia e Gravina hanno cercato per diverse ore l'accordo senza riuscire a trovarlo in un balletto di concessioni programmatiche e deleghe future concluso con accuse reciproche ed un incarico vacante.Alla fine vince la posizione del CONI e del suo presidente Malagò che aveva indicato la strada del commissariamento per reagire alle divisioni interne al mondo del calcio che lo avevano portato alla disfatta della Nazionale. Alla fine lo ammette anche Tommasi: "Forse a questo punto è giusto un intervento dall’esterno e forse non è un caso che siamo usciti dal Mondiale". Giovedì sarà il giorno della giunta CONI che, come previsto da statuto, sceglierà il nome e la durata dell'incarico del commissario. Nel frattempo esplode la rabbia di alcuni presidenti di Serie A, principale lega del calcio italiano tuttora priva di presidente nel perfetto segno dell'indecisone e delle divisioni ideologiche. I commenti più duri a fine giornata arrivano da De Laurentiis ("È stata una perdita di tempo e una rottura, come avevo previsto") e Ferrero ("È stata una buffonata, ora ci sarà il commissariamento, ma per me c'era sotto un piano per andare verso questa direzione"). Meno pungente ma lapidario Marotta: "Questo è un epilogo che dimostra la sconfitta del calcio italiano". Già, il calcio italiano: senza presidente federale, senza presidente di A e senza commissario tecnico. Che barzelletta! E adesso? Giovedì sapremo il nome del nuovo vertice del calcio italiano, lo sceglierà il CONI e potrà restare in carica almeno per 90 giorni durante i quali affrontare tutti i temi più importanti del movimento, non ultima la scelta del nuovo ct della Nazionale. I nomi per il commissario? Si va dagli ex giocatori Costacurta ed Albertini fino allo stesso Malagò.
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