Quante mail ricevete ogni giorno ? Messaggi di lavoro, messaggi personali, spam. Io quando trovo una mail che anche nel corpo del messaggio riconosco come indirizzata veramente a me la leggo volentieri. Intendo, se uno mi scrive Dear Luca Corsolini mi sembra il minimo dedicargli la stessa attenzione che lui ha riservato a me. Se poi l'interlocutore si chiama Adam Silver, e aggiunge ai saluti la sua firma, non penso che la mail sia una americanata, piuttosto sono felice di andare a scuola di buona comunicazione. Il mio, ehm ehm, amico Adam Silver, quello che firma anche i palloni Nba, come da noi Mario Draghi firma le banconote, recentemente mi ha scritto in due occasioni degne di nota. Il 12 ottobre, e magari neanche le centinaia di persone che lavorano con lui e per lui si sono accorte che scrivevano a un italiano nel Columbus Day, mi ha voluto ringraziare "per essere stato al fianco dell'Nba in ogni momento di una stagione così diversa da tutte le altre". Poi ha aggiunto: "L'intensità delle partite di Orlando ci ha ricordato tutto quello che amiamo del basket Nba. E spero che tu sia stato ispirato dalle prove delle squadre e dei giocatori nei Playoff e nelle Finals. Il nostro obiettivo è avere di nuovo i tifosi nelle arene, ma la priorità restano la salute e la sicurezza di tutti". Più avanti Adam, con gran cortesia, mi ha scritto per l'inizio della stagione e per farmi gli auguri di buon anno: "La pandemia ha avuto un impatto devastante sulle nostre vite. ma speriamo che la nostra stagione possa restituire un piccolo senso di normalità. E puoi star sicuro che vedrai per ogni partita lo stesso livello di competizione e di attenzione che hanno definito l'Nba". Fino a a una dichiarazione che nemmeno traduco, è il mio e nostro inno di battaglia, di noi " appassionati così coinvolti e interessati,senza i quali la lega semplicemente non esisterebbe": "Thank you again for your incredible support throughout the year".

L'annuncio di San Antonio alla famiglia: si torna a casaù

In questi giorni mi hanno scritto anche gli Spurs. E'abbastanza normale che durante la permanenza in Texas di Ettore Messina fossero diventati la mia squadra, però anche adesso che Ettore è tornato in Italia, loro ci tengono a continuare la nostra relazione. E il messaggio, in effetti, è di quelli da condividere con gli amici: il 12 marzo gli Spurs tornano a giocare all'AT&T Arena. Un posto che, mi raccontava Ettore, ai bei tempi generava un milione di dollari di ricavi per ogni partita tra parcheggi, biglietti, hot dog e bevande e acquisti allo store. Occhio: gli Spurs sono una famiglia strana. Vivono in Texas, dove appena deciso che si può fare a meno della mascherina, dal 10 marzo. Joe Biden, che come Potus, President of The United States, è certo più gradito a Greg Popovich di Donald Trump, non è stato molto tenero nel commentare la decisione dello stato: "Ragionamento da primitivi, roba da Neanderthal". Gli Spurs hanno già etto ai loro tifosi che vogliono tornare a vedere il basket dal vivo che dovranno tenere sempre indossata la mascherina. Unica eccezione, breve, il tempo appunto di mangiare un hot dog e bere una Coca Cola.

La lezione degli Spurs per riaprire i palasport

Abituati, dalla storia e da tante abitudini, alla regola dividi et impera, noi ancora facciamo fatica ad adattarci al mondo nuovo in cui è vero semmai l'aggiornamento condividi et impera. I passi decisi dagli Spiurs, e raccontati a tutti con gran precisione, valgono come memorandum per chi da noi ha lo stesso bisogno e lo stesso disegno di riportare la gente nei palasport. Avvertenza: è una lezione per niente facile, e dedicata a tre temi diversi. La gente, le superfici, l'aria all'interno dell'arena. Punto 1: l'AT&T Arena, impianto da 18500 posti, viene riaperta per 3200 spettatori. Una doccia fredda, diciamo pure gelata per chi sogna ancora il 50% della capienza con cui si immaginava di poter cominciare questa stagione: non siamo neanche al 20%. Punto 2: ogni persona dovrà sempre indossare la mascherina all'interno dell'impianto, alla faccia delle decisioni dello stato. E, in realtà, la partita per i tifosi comincerà ben prima di arrivare sul posto. Perchè tutto dovranno scaricare una app grazie a cui completare uno screening preventivo. Poi, ovvio, all'ingresso sarà misurata a tutti la temperatura. Con una richiesta precisa: chi non si sente bene, stia a casa. Addirittura con una precauzione che dimostra la profondità del piano studiato per la riapertura: ai tifiosi è consigliato di prenotare online persino il parcheggio per evitare il rischio di affollamento anche scesi dalle auto. Punto 3: il distanziamento fisico sarà garantito in ogni momento con appositi segnali e con un controllo da parte di tutti gli addetti che saranno facilmente riconoscibili grazie a divise personalizzate. Se non siete svenuti sentendo del parcheggio, qui cominciate ad avere il primo malessere: distanziamento fisico nei nostri palasport ? O anche, essendo sconsigliate le borse troppo grandi, noi saremmo in grado di attivare dei guardaroba dedicati ? Punto 4: ogni pagamento all'interno dell'arena e, come detto, fin da prima, sarà possibile in modalità cashless, ovvero senza denaro contante. Magari la LBA si può candidare come testimonial ideale per il cashback del governo, ma immaginare che al bar accettino la carta di credito per una spesa di pochi euro viene difficile. E in realtà gli Spurs hanno addiriuttura il,loro sistema di pagamento Spurs Pay utilizzabile in ognuno dei 22 punti vendita all'interno dell'arena ( per appena 3 mila spettatori !!! ). Punto 5: per rendere l'esperienza all'interno la migliore possibile, col vantaggio di avere una telco sponsor dell'arena, tutto l'impianto è stato adeguato al Wi-Fi 6 e al 5 G. Qui potremmo pareggiare: uno sponsor del campionato è Fastweb che, oltre tutto, ha uno slogan invitante, invitante soprattutto per chi deve immaginare i palasport come case nuove, ristrutturate almeno, "Niente come prima". Punto 6: per la circolazione dell'aria fresca all'interno dell'impiantio sono stati installati dei purificatori in ogni area, dagli uffici agli spogliatoi, alle tribune ovviamente. Per lo standard dell'aria stessa, purificata e filtrata, si è stabilito di arrivare ai livelli che sono ideali in un ospedale. Come faremo noi ad adeguarci a questo punto è già un mistero. Un suggeimento è questo: gli Spurs mi hanno scritto che stanno lavorando sul tema da 10 mesi. Dunque se qualcuno vuol cominciare a impegnarsi per la prossima stagione anche per i campi di casa nostra sappia di non essere per niente in anticipo.Punto 7: i dispenser con il gel saranno dappertutto, addirittura sarà impiegato un team di robot per sanificare ogni area. Ci sarà un Clean Team, ovvero un team dedicato alla pulizia, e in particolare a disinfettare i punti sensibili, per ogni partita e, attenzione, ci sarà un responsabile per ogni bagno ( non vale la batura che in tanti palasport nostrani il problema non si pone perchè i bagni non sono utilizzabili ). Non è una esagerazione. è lo standard minimo a cui siamo talmente abituati da aspettarcelo ormai ovunque, peccato che nessun club di casa nostra sembra abbia pensato all'Healthy Manager che coordina tutti questi lavori, fino all'allestimento come a San Antonio di help desk specifici a cui la gente si possa rivolgere per ogni minima necessità. Evidentemente compresa quella di verificare che in tutta l'arena ci saranno gruppi di due posti, e anche gruppi per famiglie da quattro posti, separati almeno due metri dal posto più vicino. Così, noi degli Spurs, potremo tornare all'AT&T Arena e sentirci a casa, come una famiglia. Qualcuno di voi tifosi delle squadre della serie A italiana vuole essere adottato ?

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