Javier Zanetti, ex capitano e bandiera dell'Inter, ha parlato del rapporto che lo legava a Josè Mourinho, tecnico con cui ha conquistato il Triplete Javier Zanetti e l'Inter, un binomio durato ben 615 presenze e 19 stagioni tra alti e bassi. L'ex capitano, attualmente vicepresidente del club nerazzurro, si è raccontato a Sportweek, parlando del rapporto speciale con l'allora tecnico Josè Mourinho e della stagione 2010, quella nella quale ha scritto la storia dell'Inter conquistando il Triplete: "In ritiro ci spiegò il progetto, ci disse che dovevamo fare la storia di questo club. In conferenza stampa emergeva tutta le sua personalità, parlava chiaro sia dentro che fuori dal campo. A noi non restava che dargli ragione in partita. Non ho mai avuto tanta fiducia in me stesso come con lui da allenatore. Ho capito presto che, se avesse avuto bisogno, mi avrebbe schierato in qualsiasi ruolo. Mi creda: questa cosa per un calciatore è il massimo. Prima della finale, Mourinho ci ricordò il progetto iniziale e ci disse che eravamo a un passo dal fare la storia. Fu un discorso emozionante, convincente. Entrammo in campo con una concentrazione pazzesca. Me ne accorgo quando rivedo la foto in cui alzo la Coppa. Quello non sono io, non è la mia faccia, quel viso va al di là della felicità. Era una vita che mi passava davanti, in pochi istanti ripensai a tutto, a me bambino in Argentina. Quella sera proprio quella sera, facevo 700 partite con l'Inter. In una finale di Champions, al Bernabeu. Tutto perfetto. Sul suo addio avevo intuito qualcosa, come me pure molti miei compagni. Ma c'era paura ad affrontare l'argomento. Paura che questa cosa potesse farci male, potesse privarci del sogno per cui stavamo lottando. Ricordo che dopo la partita, in campo, io e Mou ci abbracciammo forte. E ci dicemmo una sola parola, la stessa: Grazie".  
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