Luciano Moggi torna a parlare della Juventus e lo fa attraverso il portale AffariItaliani.it. Ecco le sue dichiarazioni: 

"Questo nuovo CdA avrà certamente il compito di rimettere a punto il bilancio societario, con dei metodi diversi. Non a caso, i nuovi membri sono tutti tecnici amministrativi. La Juventus ha un deficit abbastanza rilevante e quindi bisogna intervenire su questo".

Plusvalenze? Io le ho sempre fatte, ma erano vere! Ad esempio, prendendo Zidane a 5 miliardi di lire e rivendendolo a 150, oppure acquistando Inzaghi a 15 e cedendolo a 80. Di queste plusvalenze mi intendo piuttosto bene, di quelle fittizie, senza scambi di soldi, invece no".
 

"Ronaldo? Tutto si può fare, se c'è la situazione adatta. Non conoscendo la gestione della Juventus in quegli anni, col relativo conto di entrate e uscite, non posso dire se sia stata una scelta giusta o sbagliata. Di certo, ho l'impressione che sia stato preso per tentare di vincere la Champions League".

"Che cosa manca? La squadra! La Juventus di oggi non è competitiva. A Cremona ha fatto un’enorme fatica contro una squadra che non ha mai vinto in campionato, ma che ha preso due pali e si è vista annullare due gol. E per vincere c’è voluta una punizione di Milik, a tempo scaduto. Ma anche la partita contro l’Udinese, vinta all’86', è stata indicativa: la Juventus non ha gioco".

Sul doping…

"Dovevamo giocare un Milan-Juventus a San Siro e Pippo Inzaghi ci disse di aver preso un inalante per curare il raffreddore. Beh, abbiamo preferito non farlo giocare, per evitare che una banale medicina potesse in qualche modo essere scambiata per una sostanza vietata. Noi lavoravamo così".

Juventus, Moggi su Calciopoli 

“Calciopoli è stata una cosa completamente diversa, un'invenzione. Ha ragione il ministro Nordio quando dice che le intercettazioni vanno fatte per scoprire i reati, non per spiare le persone. Nel processo sportivo non si è riusciti a dimostrare l'alterazione di alcuna partita. In quello ordinario invece si è parlato di “reato a consumazione anticipata”, una tesi del pm che tuttavia non si è potuta provare, anche perché gli arbitri sono stati tutti assolti. La chiavetta che ho dato ad Agnelli? Lì dentro non ci sono invenzioni, ma dati oggettivi. Analizzandola, si capisce perfettamente che allora la Juventus doveva lottare contro la Lega, la Figc, il Coni e i designatori arbitrali. Emerge chiaramente dall'ascolto delle voci delle persone coinvolte, tutte riconoscibilissime. Per certi versi, è anche buffo ascoltare quei discorsi. Invece non è stato per nulla divertente finire in quel tritacarne giudiziario che è toccato a noi e che non auguro proprio a nessuno, soprattutto a chi ha famiglia".

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