Antonio Cassano ci va pensante: all'interno della sua biografia "Dico tutto", scritta insieme a Pierluigi Pardo, ha raccontato il suo rapporto, poco proficuo, con un altro grande attaccante, Gabriel Omar Batistuta, suo compagno ai tempi della Roma dello Scudetto: "In quella squadra c'erano un paio di giocatori che detestavo. Uno è alto, piuttosto bello, attaccante, argentino, con i capelli lunghi. Vabbè, avete capito che Batistuta proprio non mi piaceva perché aveva la puzza sotto il naso. Era argentino sì, ma dei Parioli. Non me ne fregava niente di lui. Aveva una marea di difetti. Tirchio, invidioso, criticone. Con lui non mi sono preso dal giorno zero. Ti diceva le cose alle spalle, e davanti ti sorrideva. Io dei tipi come lui me ne sbatto. Io ho sempre salutato tutti alla stessa maniera, a Bari Vecchia come a Trigoria, dal presidente ai camerieri. I tipi snob non li reggo. Così gli faccio capire da subito che non mi interessa avere un rapporto con lui, e lui ricambia la freddezza. Un giorno a Trigoria sono in fila al bar, arriva e mi passa davanti. Tutti e due dovevamo prendere il latte macchiato. Io allora mi metto un dito nel naso e glielo giro nel latte, come se il dito fosse un cucchiaino. "Che fai?" mi dice. "O lo bevi tu o lo bevo io", rispondo. Lui fa il fenomeno: "Adesso te lo bevi tu". E io: "Certo!". Sono nettamente più furbo di lui. E l'ho bevuto, tutto d'un fiato. Mica l'avevo messo nel naso, avevo fatto solo finta. E comunque era tutta roba mia. Buonissimo. Ricetta speciale, ingrediente segreto. Lui non l'ha presa bene. Del resto l'ironia non è una qualità che abbiamo in molti. Ma io mi vendicavo in allenamento. Quando prendevo palla gli dicevo: "Corri, vecchio, vieni a prenderla, vienimi dietro". Non ce la faceva più".

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