Luciano Moggi commenta così le difficoltà societarie del Milan: "Con Rangnick diventerà un club tutto straniero. Quello di Mirabelli il lavoro migliore" Intervistato da Tuttomercatoweb, l'ex dirigente della Juventus Luciano Moggi ha detto la sua sul match di Coppa Italia tra i bianconeri e il Milan: "C’è attesa perché riprende il calcio. Si gioca in uno stadio vuoto che era abituato ad essere sempre pieno. C’è attesa anche di vedere come si presenterà il Milan con le varie assenze importanti e il casino societario. I rossoneri si sentono inferiori, faranno il possibile per fare risultato e correranno più della Juventus. Sulla carta, comunque, i bianconeri sono favoriti”. Moggi ha focalizzato, quindi l'attenzione sulla società del Diavolo, su Zlatan Ibrahimovic e sul 'conflitto' silenzioso tra Gazidis e Maldini: "Oltre ad essere un grande giocatore, Ibra è un uomo. Si è immedesimato nelle vesti di dirigente per preservare la testa dei calciatori, cosa che Gazidis, da uomo di merchandising non ha capito: tutto si poteva fare tranne che stuzzicare l’ambiente due giorni prima di una partita e poi è andato lui a parlare alla squadra e non Maldini, ciò porta a delle conclusioni logiche: non capisco perché Paolo Maldini non si dimetta. Questo Milan è in crisi, una crisi di squadra e societaria. In questi anni chi ha lavorato meglio di tutti è stato Mirabelli. Aveva Montella come allenatore e la squadra non si muoveva, poi ha preso Gattuso e stava arrivando in Champions. Tutto il resto è noia. Da Maldini a Boban, grandi calciatori ma dirigenti, beh, guardate cosa è successo. Ora il Milan diventa tutto straniero: Rangnick magari si porta anche altri uomini dal Lipsia. Non è un bel segnale”.
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