James Larry Strong, l'americano precursore del basket bolognese
Lo statunitense di Atlanta James Larry Strong arrivò in Italia durante la Prima Guerra Mondiale
In una estate olandese della mia gioventù passata con un gruppo di amici, capitò in metropolitana di essere fermati da un signore anziano che, puntando il dito contro la maglietta di Vince Lombardi che indossava uno di noi, ci disse: “Io lui lo conoscevo!”. Capendo però di non averci colpito con la sua affermazione, prosegue estraendo dal suo borsello degli appunti e un libro ormai senza rilegatura sui fondamentali del baseball e del basket e afferma che aveva allenato per tanti anni in Italia, a Milano e Bologna. Sentendo che anche noi siamo bolognesi gli si illuminano gli occhi. A questo punto gli chiediamo il nome: James Larry Strong, per gli amici Jimmy Strong. Mai sentito prima, pensiamo. Siamo nel 2003 e non potendo cercare nulla in rete ascoltiamo la sua storia.
James nasce ad Atlanta nel 1918, si laurea in psicologia ed è un giocatore sia di basket che di baseball. Arriva in Italia con lo sbarco delle truppe alleate ad Anzio e la sua prima tappa sportiva è Livorno dove diventa capo istruttore al Centro Sportivo Militare delle truppe americane sul Mediterraneo. Qui, un James abituato a giocare in prestigiosi palazzetti davanti a 2.000 spettatori ai tempi dell’Università negli States, si trova davanti ad uno scenario molto diverso: si gioca all’aperto (!) e davanti a poco più di 50 persone. Ma è normale, la pallacanestro in Italia è agli inizi. E lui ne sarà un precursore. “Ogni tanto qualcuno ricorda che sono stato un pioniere di questo sport: io sorrido, ma quando penso a cosa è diventato il basket a Livorno e soprattutto a Bologna tanti anni dopo mi viene da dire, senza voler peccare di modestia, che un fondo di verità deve pur esserci.
– Tratto da “I Canestri della Sala Borsa” –
Nel 1938, a 30 anni, Strong arriva a Bologna, spinto anche da ragioni affettive oltre che per frequentare l’Università. Fu subito ingaggiato dal Gira, all’epoca non ancora chiamato anche Ozzano, e iniziò a lavorare per insegnare i fondamentali quasi da zero. Insegnò come marcare a uomo; prima la marcatura era prevista solo a zona, con posizioni rigidissime. Perfezionò la tecnica di palleggio, insegnando ai suoi compagni come muoversi più agilmente e velocemente con la palla. Lavorò soprattutto sulla mentalità dei ragazzi portando una ventata di professionalità in un ambiente che rispetto al basket degli states era indietro anni luce. A Bologna James si innamorò letteralmente della Sala Borsa, all’epoca Palazzetto dello Sport, dove passava le giornate a insegnare il suo basket innovativo, soprattutto ai più giovani. Lo riteneva il punto nevralgico dello sport e della vita bolognese, facile da raggiungere, in pieno centro. La Sala Borsa mi si aprì agli occhi come un piccolo scrigno. Certo, avevo visto impianti ben più grandi e ricchi nel mio Paese. Ma quello era un posto speciale. E contribuì incredibilmente a diffondere la popolarità del basket a Bologna…Ho ricordi splendidi di quegli anni e dei vecchi ragazzi che sono cresciuti con me in quel posto magico del basket. Penso a Carlo Muci, al mio amico Carlo, un ragazzo intelligentissimo che il basket lo capiva eccome. E a Bongiovanni, a Gigi Rapini…
– Tratto da “I Canestri della Sala Borsa” –
Contemporaneamente militava anche nella Libertas Baseball, e portò a Bologna lo scudetto del 1948, il primo campionato “batti e corri” giocato in Italia. 1/2 Insomma, James Larry Strong si può definire davvero un pioniere del basket e del baseball nel bolognese.
Ho dedicato questa pagina a James Larry Strong, negli anni hanno scritto alcuni sui ex giocatori, tra cui un certo Gioele Dix, allenato in gioventù da James nei suoi anni milanesi. Gioele, ricorda così il suo allenatore: “...il grande Jimmy Strong è stato mio allenatore, proprio così. Un personaggio indimenticabile, come tecnico (nessuno come lui sapeva insegnarti a difendere la palla) e come educatore e psicologo (ho impresse ancora alcune sue frasi quando si chiacchierava in macchina la sera sotto casa sua dopo l'allenamento)”. Ci sono calciatori che occupano quotidianamente le pagine dei giornali, spesso per fatti extra sportivi, e ci sono sportivi invece che non hanno mai avuto l’onore della vetrina mediatica ma che, probabilmente, hanno fatto molto di più che parcheggiare la Bentley in doppia fila in centro a Milano o fare tardi in discoteca prima di una partita. Lui è James Larry Strong.