Sacchi: "E' un Milan smarrito: la qualificazione per i rossoneri è una salita quasi impossibile"
Le parole dell'ex allenatore Arrigo Sacchi alla Gazzetta dello Sport dopo la sfida tra Milan e Borussia Dortmund.
Nel commentare la recente sconfitta del Milan contro il Borussia Dortmund, Arrigo Sacchi ha espresso le sue preoccupazioni attraverso le pagine de La Gazzetta dello Sport, definendo il Milan come una squadra smarrita. "La prima considerazione che mi sorge, con profondo dispiacere, è che il Milan ha dimostrato di non essere ancora una squadra", ha dichiarato Sacchi.
Milan KO con il Borussia Dortmund, il commento critico di Sacchi
Il commento critico prosegue con l'analisi delle carenze evidenziate durante la partita, sottolineando la mancanza di idee, unità e coesione nel gioco del Milan. Sacchi mette in evidenza la difficoltà che il Milan potrebbe incontrare in Europa a causa di un approccio di gioco troppo individuale, con distanze improprie tra i reparti e un pressing insufficiente.
"La prima cosa che mi viene da scrivere, e lo scrivo con molto dispiacere, è che il Milan ha dimostrato di non essere ancora una squadra. E se non sei una squadra, se non sei un collettivo, se giochi individualmente, se non hai le corrette distanze tra i reparti e se non fai pressing, in Europa vai in difficoltà. Adesso la strada verso la qualificazione per i rossoneri è una salita quasi impossibile, una specie di Mortirolo da scalare. Mi auguro che riescano nell’impresa, anche se poi si devono incastrare altri risultati, ma la realtà è che questo Milan non dà tranquillità, non trasmette sicurezza, non ha il necessario equilibrio".
Milan-Borussia Dortmund, gli errori difensivi: le parole di Sacchi
Il giornalista passa poi a commentare gli errori difensivi evidenziati durante la partita, con particolare attenzione al gol del Borussia Dortmund. Sacchi sottolinea che tali errori, a livello internazionale, hanno conseguenze inevitabili e critica la costruzione della squadra durante l'estate, con l'introduzione di numerosi volti nuovi, soprattutto stranieri, sottolineando la necessità di tempo per consolidare un'identità di squadra chiara.
"Troppi alti e bassi nel corso della medesima partita e troppe disattenzioni, soprattutto nel reparto difensivo. Guardate il gol del 2-1 dei tedeschi: i rossoneri sono posizionati male, uno va a raddoppiare, non prende il pallone e lascia libero l’avversario sull’esterno. Questi errori, a livello internazionale, si pagano: è inevitabile. Così come è inevitabile pensare che questa squadra sia stata costruita quest’estate inserendo tanti volti nuovi, soprattutto stranieri, e serve parecchio tempo per dare un’identità chiara a tutto il gruppo".
Infine, Sacchi invita alla pazienza e riflessione da parte dei tifosi, sottolineando che la costruzione di una squadra richiede tempo, analogamente a quanto necessario per la gestazione di un bambino.
"Se per fare un bambino ci vogliono nove mesi, vogliamo dare il giusto tempo a un allenatore per dare corpo al suo progetto? So che la pazienza è una qualità sconosciuta ai tifosi, so che tutti vorrebbero il massimo fin dall’inizio della stagione, ma in questo caso è necessario aspettare, ragionare, riflettere e insistere sulle idee che si sono proposte ai giocatori. La fretta, nel calcio come nella vita, non è mai una buona consigliera".
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