“Dopo 131 partite e 45 gol, oggi dico addio all'aquila”. Con queste parole espresse in un video pubblicato sui suoi canali social, Thomas Muller ha annunciato il suo ritiro dalla nazionale tedesca, al termine di un avventura durata ben 14 anni.

Ne sono passati di anni da quando Thomas aveva avuto modo di esordire con la maglia della sua amata Mannschaft, quando mosse i suoi primi massi al Mondiale sudafricano del 2010 quando ancora non aveva compiuto 21 anni. Oggi Muller, all'età di quasi 35 anni, può concedersi il privilegio di ripercorrere la sua carriera con la Germania, ricca di soddisfazioni personali e di qualche piccolo rimpianto.

Thomas Muller
uaMuller Germania

Le meraviglie dei Mondiali 2010 e 2014

Sin dal Mondiale 2010, Thomas Muller si era proposto come uno dei giovani più interessanti del panorama calcistico mondiale, tanto da riuscire a strapparsi la soddisfazione della titolarità con la maglia del Bayern Monaco e da essere già a 20 anni uno dei punti fermi della Germania di Joachim Low in occasione dell'edizione disputata in Sudafrica.

Thomas non si limitò soltanto ad essere titolare alle spalle di un veterano come Miroslav Klose, perché riuscì anche ad emergere come capocannoniere della competizione insieme a Diego Forlan, Wesley Sneijder e David Villa, segnando 5 gol e soprattutto distribuendo 3 assist. Questa statistica legata agli ultimi passaggi decisivi gli valse la Scarpa d'Oro della competizione come capocannoniere, a parità di gol segnati con gli altri tre. Già ai tempi, in sostanza, Thomas Muller si mostrava come una futura stella del calcio mondiale.

Stella che brillò ancora più luminosamente nel Mondiale brasiliano del 2014, coinciso con un altro pacchetto prestazionale da 5 gol e 3 assist in 7 partite e con il suo contributo determinante come non mai per il successo finale della sua Germania, il quarto nella storia della Mannschaft. Molti sono ancora portati a pensare che lui sia stato il vero MVP dei Mondiali 2014, forte di statistiche e prestazioni migliori di quello stesso Lionel Messi che gli avrebbe soffiato il premio.

Dopo il trionfo all'edizione del 2014, si era portati a credere, alla luce dei 10 gol segnati in due edizioni, che Thomas Muller sarebbe riuscito a consacrarsi come massimo cannoniere della storia dei Mondiali. Purtroppo però, complice anche una Germania decadente nelle ultime edizioni della competizione, Thomas non è più riuscito a ripetersi, non trovando più la via del gol né in Russia nel 2018, né in Qatar nel 2022.

Il rapporto complicato con gli Europei

Se i Mondiali hanno presentato un saldo positivo tra le quattro edizioni da lui disputate in carriera, lo stesso non lo si può dire per quanto riguarda gli Europei, una competizione nella quale Thomas Muller ha sempre faticato ad incidere.

Ad essere insoliti sono gli zero (sì, avete capito bene, zero!) gol segnati dal 13 tedesco nel totale di quattro edizioni disputate (2012, 2016, 2021 e 2024). In nessuna delle 17 partite, Thomas non è riuscito a trovare la via del gol, e questo dato, specialmente per un attaccante straordinariamente opportunista e scaltro nei movimenti senza palla, rappresenta un'anomalia significativa, specialmente se si fa un confronto con il suo feeling per i Mondiali.

L'eredità di un campione assoluto

Si conclude così una straordinaria carriera con la maglia della Germania, condita da 131 presenze, 45 gol e 41 assist, nonché da uno storico successo ai Mondiali 2014 in Brasile.

Perché Thomas Muller, oltre ad essere stato un vincitore cronico con la maglia del Bayern Monaco, lo è stato anche con la maglia della nazionale tedesca, confermandosi per quelle che sono le sue splendide qualità da giocatore atipico, apparentemente innocuo a causa del suo fisico gracilino, ma dannatamente letale tra le linee, come rifinitore e come finalizzatore.

Un giocatore come Thomas Muller mancherà tantissimo al calcio per nazionali, che verrà privato di quella follia e di quel genio che da 15 anni riescono ancora a lasciare interdetti.

 

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