Italia, non ci siamo! Ecco cosa non ha funzionato contro la Francia
La squadra di Luciano Spalletti è caduta vittima di quelle dinamiche che l'avevano condannata già all'andata contro il Belgio
La partita di ieri sera non è da ritenersi delle più fortunate per l'Italia di Luciano Spalletti, che vede vanificato l'ottimo rendimento che aveva avuto durante le tre soste valide per la Nations League.
Nonostante la notevole scia di risultati positivi (con tanto di vittoria spettacolare contro la Francia), gli azzurri sono capitolati con un 3-1 contro i Blues che hanno messo in risalto alcune criticità che già erano emerse nelle partite precedenti.
Nonostante la partita dell'Italia sia stata tutt'altro che pessima come quelle offerte ad Euro 2024, la squadra di Spalletti non è apparsa brillante e ha subìto anche due gol da Adrien Rabiot che sarebbero stati evitati con una concentrazione maggiore.
Se si esclude la punizione di Lucas Digne (fortunata ad entrare in porta grazie alla deviazione di schiena di Vicario), infatti, l'Italia ha mostrato ancora una volta quelle che sono le sue difficoltà nelle palle inattive, sia per un discorso di fisicità, sia per il sistema deficitario di marcature da parte dei suoi difensori.
Ci sono ancora tanti problemi in difesa, le palle inattive preoccupano
Come detto, la fase difensiva dell'Italia può e deve migliorare e una red flag importante è senz'altro rappresentata dal fatto che la maggior parte degli 8 gol subìti di questa fase a gironi siano stati frutti delle palle inattive, una situazione che tutt'oggi vede gli azzurri molto vulnerabili.
Anche nella serata di ieri a San Siro si è vista la difficoltà da parte degli uomini di Spalletti nel riuscire a contenere le torri di una squadra fisica come la Francia di Didier Deschamps. Le abilità di Adrien Rabiot nel gioco aereo sono arcinote (15 dei suoi 51 gol in carriera sono stati segnati di testa), così com'è apparsa evidente la mancanza di un piano da parte degli azzurri per riuscire a fronteggiarlo al meglio delle proprie possibilità.
Non è soltanto mancata la fisicità per riuscire a contrapporsi alla dirompenza di Rabiot nel gioco aereo, sono anche mancate le prestazioni dei singoli (tra tutti, Alessandro Buongiorno è stato visibilmente sottotono), così come anche quell'organizzazione e quella decisione nell'affrontare i calci piazzati avversari.
C'è stata troppa poca fisicità in mezzo al campo
Un altro aspetto da sottolineare riguarda certamente il fatto che l'Italia abbia sofferto la fisicità del centrocampo francese, risultando un pattern che va di pari passo con le criticità enormi sulle palle inattive.
Luciano Spalletti aveva persino provato a schierare Manuel Locatelli per avere un'impostazione tattica maggiormente improntata sul contenimento, ma questa scelta non è risultata vincente anche a causa della prova opaca da parte del giocatore della Juventus.
Ciò non va necessariamente a gettare delle ombre nei confronti di un giocatore completamente rinato sotto la gestione di Thiago Motta, ma solleva qualche interrogativo su come debba essere impostato il centrocampo azzurro per riuscire a reggere l'urto fisico contro reparti come quello francese, che sono carenti dal punto di vista tecnico ma che risultano spesso efficaci nel mettere in seria difficoltà squadre più “leggere” come l'Italia.