Un martedì di Champions tutto sommato buono con la vittoria della Juve contro il Malmoe e il pareggio prezioso dell’Atalanta contro il Villareal; un mercoledì di Coppa invece assolutamente da dimenticare. Analisi particolarmente critica del giornalista Mario Sconcerti nel consueto Un cappuccino con Sconcerti per il portale calciomercato.com. Un intervento a gamba tesa contro le italiane che hanno steccato nella principale competizione continentale: “Quello che si voleva misurare la prima sera, era la capacità di stare in Champions. Il Milan mancava da molti anni, l'Inter era uscita male un anno fa. Di altri giudizi non bisogna fidarsi - prosegue Sconcerti -, altrimenti si cade nell'eterna sensazione che il futuro sia uguale all'ultimo presente visto. Non è così. Non è un grande danno perdere di misura a Liverpool se poi batti l'Atletico in casa. E' questa la relatività del risultato. Il problema del Milan non è se sia un'ottima squadra, è se sia all'altezza di grandi avversari subito“.

Ed ancora, il giornalista torna sulla prestazione poco convincenti delle milanesi: “Su questa domanda ha risposto meglio l'Inter. Il Milan ha meritato di perdere, l'Inter no. L'Inter giocava in casa, il Milan in uno stadio leggendario. Anche questo conta. Ma - precisa Sconcerti - mentre ci facciamo domande dobbiamo renderci conta che il calcio è fortemente cambiato. Pochi anni fa lo Sheriff non sarebbe arrivato in Champions. Forse nemmeno lo Young Boys. Il Lipsia non esisteva. Sono frutti quasi casuali di un Europa che cambia avventurosamente. Lo Sheriff appartiene a una terra che non esiste, la Transnistria. E' riconosciuta come Moldavia, non di per se stessa. Il gioco è bello - conclude il giornalista - perché ci è sta scappando di mano”. 

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