Il campione del mondo racconta il dramma: "Ho dovuto farlo"
L'ex Serie A ha raccontato la sua storia in una lunga intervista, paragonando la sua vita da calciatore con quella odierna
Un talento che probabilmente, per varie ragioni, non ha espresso tutto il suo potenziale e certamente terminato fin troppo presto. Stiamo parlando di Alejandro “El Papu” Gomez, grande protagonista del nostro campionato con le maglie di Catania e Atalanta e pilastro fondamentale dell'undici di Gasperini nella nascita della nuova società bergamasca.
L'ex numero 10 ha deciso di raccontarsi a 360 gradi in una intervista con Juan Pablo Varsky del tunnel del doping in cui è entrato e da cui sembra non esserci più fine, sottolineando anche come sia cambiata la sua vita quotidiana ad oggi. Le sue parole:
Il rapporto del Papu con la vita
Devo capire che forse il personaggio sta finendo, che Papu Gomez sta smettendo di esistere, cercare di sopravvivere con Alejandro. Passi dall'essere un campione del mondo a nessuno. Io pensavo o dicevo 'se divento campione del mondo non giocherò mai più'... a volte vuoi delle cose o le chiami e la vita forse te le restituisce a modo suo e forse me le ha restituite in questo modo. Mi ha detto: 'Ok, diventerai campione del mondo, ma dovrai fare i conti con questo', non si sa mai
La scoperta della notizia del doping
Non volevo dire a nessuno la notizia del doping due giorni prima della finale di Coppa del Mondo. Mi sembrava molto egoista dirlo ai miei compagni di squadra, ho preferito farlo dopo la partita. L'ho detto in albergo e ne ho parlato con gli avvocati in Argentina. Quando ho parlato con la CELAD, mi hanno detto che ci sarebbero voluti tra i quattro e i sei mesi. Ma tutto si è trascinato per dieci mesi, quando andavo ad allenarmi con il Siviglia e sapevo che un giorno mi sarei svegliato con la notizia che il Papu Gomez era stato sospeso
La nuova vita del Papu grazie al padel
Quando la sospensione è passata, Tanque Denis mi ha chiamato e mi ha invitato a giocare a padel con un gruppo di argentini ed ex giocatori. Ma ho esagerato, giocavo due o tre partite al giorno. Passavo tre ore a giocare per non pensare ad altre cose. Il padel mi ha salvato la vita, ho conosciuto molte persone che non avevo mai incontrato prima. Mi ha aperto molto la mente. Ho conosciuto più persone in un anno che in sette anni di vita a Bergamo
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