Non sono passate nemmeno quattro giornate di campionato e già si inizia a mugugnare di fronte ai risultati della nuova Juventus di Thiago Motta. Il neo-allenatore bianconero, dopo aver collezionato due splendide vittorie contro Como e Verona, è incappato in due pareggi consecutivi (per altro due 0-0) contro Roma ed Empoli.

Due risultati che certificano la nuova solidità difensiva ottenuta dall'ex-tecnico del Bologna (trattasi del quarto cleansheet consecutivo in questo avvio di stagione), ma che mettono anche in evidenza alcune cose che tutt'ora devono essere risolte soprattutto in attacco. E probabilmente nemmeno andrebbero risolte, andrebbero semmai create, con Motta che avrà il compito di costruire un'intelaiatura offensiva che alla Vecchia Signora manca ormai da troppo tempo.

E mentre la Juventus si ritrova tutt'ora ad essere un cantiere aperto, arrivano le contestazioni da quella parte della tifoseria che tutt'oggi rivendicano la buona riuscita dell'operato del “martire” Massimiliano Allegri.

Thiago Motta
Thiago Motta (ph. Image Sport)

Cosa ci ha lasciato la partita di Empoli?

Benché il pareggio di Empoli sia un risultato decisamente infelice alla luce dell'evidente differenza di star power tra la squadra toscana e la Vecchia Signora, la Juventus non ha giocato propriamente male a dirla tutta.

Ciò che è realmente mancato a Motta e alla sua squadra non è il gioco incentrato sul dominio del gioco e sul palleggio, bensì quelle giocate di “rottura” tra le linee, un aspetto che si evidenzia soprattutto contro quelle squadre, specialmente le piccole, arroccate in difesa che lasciano ben pochi spazi agli avversari. 

Questo problema si era già intravisto quando Thiago Motta allenava ancora il Bologna, ritrovandosi spesso a pareggiare contro squadre poco quotate come Verona, Monza, Sassuolo e Lecce specialmente in trasferta, faticando enormemente a trovare la via del gol a causa dei pochi spazi disponibili e della pessima mira. Si è quindi di fronte ad un allenatore che ha determinate caratteristiche tattiche, talvolta inamovibili, per le quali deve trovare delle alternative quando queste non riescono ad esprimersi al loro meglio.

Inoltre, i tanti errori di un Dusan Vlahovic fin troppo nervoso e tanti altri problemi di intesa negli scambi in velocità hanno rallentato irrimediabilmente la manovra soprattutto a livello di verticalità, permettendo praticamente sempre all'Empoli di ricompattarsi per chiudere tutti gli spiragli alla Juventus. Servono nuove iniziative senza palla e soprattutto tanta precisione, in modo tale da evitare quanto prima 

Motta è già diventato come Allegri?

A questo punto, non si può non affrontare l'elefante dentro la stanza, quel predatore mediatico che risponde al nome Massimiliano Allegri che per tre anni di operato ha portato tanto malumore e allo stesso generato divisioni nei confronti della tifoseria bianconera.

È quindi corretto asserire già oggi che Thiago Motta si stia rivelando come Massimiliano Allegri? Assolutamente no, perché sarebbe una visione decisamente superficiale e grossolana di un'identico risultato che fa parte del gioco anche per chi propone un calcio propositivo come il neo-allenatore della Juventus. L'ultimo Allegri ha un'impostazione tattica decisamente più approssimativa di quella di Motta, che rifiuta la propositività del gioco e che promuove anzi la passività anche col rischio di portare a catastrofi vere e proprie in termini di risultati.

Motta no. Anche quando fatica dal punto di vista offensivo contro difese chiuse e col baricentro basso, non molla un colpo, continuando a rimanere fedele alla sua proposta di gioco più “moderna” e cercando di non applicare scelte fin troppo conservative anche di fronte ai momenti di maggiore difficoltà.

 C'è quindi da avere pazienza, per fare in modo che Motta possa plasmare la Juventus a sua immagine e somiglianza e per fare in modo che i bianconeri possano ritrovare quelle soddisfazioni andate perdute negli ultimi anni.

Massimiliano Allegri
Allegri Juventus
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