Milan, all'inferno e ritorno: il Como è battuto 2-1
I rossoneri vanno sotto per lunga parte della gara ma rimontano nella ripresa con Pulisic e Rejinders

Seduto davanti alla tv durante la settimana di coppe europee, il Milan passa da Lecce alla sfida al Como a San Siro per cercare di dare continuità alla rimonta in Puglia. Lo fa ancora una volta senza curva sud per i primi 15 minuti: i tifosi del secondo anello blu entrano soltanto al 15° in protesta ancora contro squadra e dirigenza. Conceicao lascia in panchina Fofana schierando Musah e Bondo a metà campo con Reijnders spostato in avanti insieme a Leao e Pulisic alle spalle di Gimenez.
Musah sbaglia
La già precaria pazienza del tifoso rossonero medio viene messa a dura prova quando al quarto minuto Musah si avvia completamente in solitaria davanti a Butez, lo mette a sedere ma a porta vuota calcia incredibilmente fuori. Il Como risponde quattro minuti dopo con una punizione di Paz che sorvola la traversa. Al 12° ancora il numero 79 del Como calcia a lato di poco di sinistro da fuori area. Il Milan pare avere il pallino in mano ma ad ogni sbavatura rossonera i lariani ripartono con ordine fino a prendere possesso stabilmente della metà campo rossonera nella parte centrale della prima frazione.

Avanti il Como
Al 32° è ancora Nico Paz ad andare vicino alla segnatura con una conclusione di prima intenzione in area su cui Maignan chiude prontamente lo specchio. Ma è il preludio al gol che arriva pochi secondi dopo: conclusione di precisione di Da Cunha da fuori area e palla in buca d'angolo per l'1-0, ampiamente meritato. I rossoneri, esclusa una accelerazione di Leao conclusa con un traversone preda di Butez. Prima dell'intervallo il Como potrebbe addirittura raddoppiare con Kempf che solo davanti a Maignan si fa respingere la conclusione. Il primo tempo si conclude con il Como in vantaggio e quasi padrone della situazione e una tonnellata di fischi del pubblico di San Siro ai danni dei giocatori in maglia rossonera.
Fuori Theo
Nell'intervallo mosse della disperazione per una stagione ormai sempre più compromessa: Conceicao toglie Bondo e inserisce Fofana, oltre a Hernandez sostituito da Jimenez. L'ennesima bocciatura per il francese ormai sempre più lontano dal Milan. Ma pronti-via il Como raddoppia: fuga di Nico Paz a destra dopo essere partito sul filo del fuorigioco, ingresso in area e diagonale che batte Maignan. Ma il Var annulla: la posizione di Nico Paz era in realtà irregolare. Nel Milan entra Joao Felix per Musah, anche lui fischiatissimo. Ma come d'incanto si passa dal 2-0 del Como al pareggio rossonero con il solito Pulisic, che ricevuto un passaggio filtrante dalle retrovie, infila in diagonale Butez per l'1-1. Un altro premio per l'americano, autentica rosa nel deserto rossonero.

Ma dopo la fiammata di Pulisic, il canovaccio della partita torna alle origini: il Como riprende il possesso del pallone e del campo e rimette il Milan nella sua area. Fabregas toglie Dossena per Van der Bremt e Perrone rileva Caqueret. A metà ripresa Gimenez lascia il posto a Abraham. E subito dopo Reijnders va vicino al 2-0: il suo tiro di prima intenzione da fuori area scheggia la traversa. C'è anche l'ex Cutrone: al 26° è lui ad andare vicino al gol con un destro secco poco lontano dall'incrocio dei pali prima di lasciare il posto a Douvikas.
Ma quando scocca il minuto 75 ci pensa il neo entrato Abraham a scodellare per Reijnders un pallone d'oro che l'olandese scarica alle spalle di Butez per un insperato 2-1. A questo punto regna l'equilibrio: a cinque dalla fine ci prova ancora Paz, il più attivo dei suoi, con un destro dalla distanza che non preoccupa Donnarumma. Prima ancora Reijnders sfiora il palo quasi a porta spalancata dopo un suggerimento ancora di Abraham. I lariani chiudono in dieci per l'espulsione di Dele Alli e anche Fabregas viene allontanato dalla panchina. Dopo 6 minuti di recupero il fischio finale certifica l'ennesima rimonta del Milan di Conceicao: una squadra troppo brutta nel primo tempo che si è riscattata nella ripresa. Un premio forse esagerato contro un Como che ha messo a lungo alle corde i rossoneri.