#39 Basket City non c'è più. Serve un progetto nuovo
I dubbi della Virtus che rispolvera la società lunga e il playoff salvezza della Fortitudo
Neve sui tetti, freddo sotto canestro. Si giocano a Milano le semifinali della Final Eight e Bologna non c'è, ne vedremo solo una parte domani poco lontano dal Forum per uno spareggio salvezza a Masnago che, combinato con la sberla che si è presa la Virtus, il secondo ceffone conseciutivo rimediato dalla Reyer, racconta ineludibilmente che Basket City non c'è più. Non in questa stagione almeno.
Siamo fermi al derby
Virtus e Fortitudo, insieme, si sono come fermate al derby dell'anno scorso alla Segafredo Arena. Fronte Virtus: per la prima volta Djordjevic mise nel quintetto iniziale Teodosic e questa mossa, offensiva, combinata con quella difensiva, battezzare Fantinelli, che in realtà significava proteggere il 44, fece la differenza, più netta di quanto da entrambe le parti si pensasse possibile. Restando al fronte Virtus, quella brillantezza, allungata all'incontro con Milano, l'Armani sbagliata della prima stagione di Messina, non si è più vista, se non con avversari più blandi, come in Eurocup, e ha svelato un segreto di Pulcinella: Teodosic non è un califfo in difesa. Da qui anche la convinzione che per la Segafredo la miglior difesa debba e possa essere l'attacco, un certo tipo di attacco, la palla che si muove in fretta e non ristagna come quando è in mano ad Adams. Fronte Fortitudo: quella sconfitta fu la voce più importante nella pratica di divorzio da Martino, perchè in società non fu digerito il risultato, e nemmeno fu accettato il modo, fin troppo arrendevole si disse, in cui maturò la sconfitta nel derby ritrovato. Così, passato il primo turno a Pesaro nel Final Eight, la sconfitta in semifinale invece che rinviare o sospendere la causa, fece pensare a qualcuno che il divorzio era davvero la sola strada possibile, anche se interrompeva un cammino, anche se si lasciava la strada vecchia, certa, per una nuova che, abbiamo puntualmente scoperto poi, era ricca di insiede e di imprevisti .Vista la situazione di oggi, e pure in mezzo è capitato di tutto, il covid, fior di mercati, le scelte sugli impianti, i proclami, le coppe per entrambe, sembra di essere, da una parte e dall'altra, fermi ancora a Natale 2019: Appunto: altro che Basket City.
Meglio presuntuosi che impotenti
La frase qui sopra è un mantra del basket e nel basket nell'ex Jugoslavia: bisogna evitare la banalità. Nella vittoria e nella sconfitta. Ma oggi proprio la presunzione sembra essere la zavorra che pesa su Basket City. La presunzione di pensarsi più forti, senza guardare come intanto è cresciuta, più verde, l'erba dei vicini. La presunzione di affidarsi a soluzione che gli altri hanno già capito come neutralizzare. La presunzione di poter ancora inseguire i playoff quando sarebbe meglio puntellare prima la salvezza anche pescando dai ricordi, Infine, la presunzione di pensarsi Basket City, tanto splendenti da non aver bisogno di confrontarsi con gli altri. I ricordi dicevo. In un certo periodo della sua permanenza a Milano Peterson disse: fino a quando per vincere lo scudetto bisogna fermare Oscar io non rinuncerò mai a Gallinari. Voleva dire che le partite si vincono anche mettendo dubbi nei campi altrui, prendendo le misure agli avversari e non solo col proprio talento. Particolare non da poco visto che domani la Fortitudo gioca contro il numero 4 più forte del campionato, uno che porta a ...Scola tutti segnando punti e subendo falli, senza aver risolto il problema del numero 4.
La soluzione di Baraldi
In Virtus la sconfitta di Milano ha già prodotto un risultato: sconfessato il format della società breve, si tornerà. ha detto Baraldi, a una maggiore collegialità nell'affrontare i problemi. E sembra una scelta intelligente: nessuna caccia al colpevole, la consapevolezza semmai che Djordjevic non può essere lasciato da solo a gestire gli asset societari, perché questo sono i giocatori, tutti, e che il gruppo deve trovare, insieme, la soluzione. Memo minuti a Teodosic,ad esempio, più spazio a tutti gli altri. A patto che la palla non si fermi, a patto che non si faccia la conta degli assenti che è solo una coperta di Linus, a patto che si prenda atto delle condizioni meteo: neve sui tetti, freddo sotto canestro. Questi siamo oggi.