Luciano Vassallo, italiano d'Africa: campione e bandiera dell'Etiopia
La storia di Luciano Vassallo, calciatore e allenatore etiope. Nato da padre italiano vinse la Coppa d'Africa osteggiato da etiopi ed italiani
Vassallo: stella del Cotton FC e della nazionale etiope
Luciano Vassallo gioca in Etiopia già da due anni, quando il capo di stato Hailé Selassié tornato in carica dopo la liberazione dall'occupazione italiana, proclama l'annessione dell'Eritrea nel 1962 e i campionati dei due paesi vengono fusi in uno unico. Nel 1956 mentre ha compiuto 17 anni da poco e la Fiorentina si è affermata campione d'Italia, entra già nel giro della nazionale etiope nonostante giochi ancora in Eritrea e sia di fatto eritreo come nazionalità. Nel frattempo col Cotton FC vince quattro campionati etiopi: nel 1960, nel 1962, nel 1963 e nel 1965. Vi rimane fino al 1973, prima di andare al Saint George e chiudere la carriera da calciatore nel 1974.
Ha intrapreso anche la carriera di allenatore, svolgendo il corso per allenatori a Coverciano insieme a Cesare Maldini e Luis Vinicio. Ha svolto il doppio ruolo di allenatore giocatore in tre occasioni: dal 1968 al 1973 nel Cotton FC e nel 1969-1970 per la nazionale dell'Etiopia, poi nell'ultimo anno di carriera al Saint George nel 1974. Sulla panchina della nazionale etiope è tornato per altre due volte come guida tecnica nel 1974 e nel 1978, prima di dover abbandonare definitivamente il paese per essersi opposto all'allora capo del governo, il dittatore Menghistu Hailè Mariàm. Ha allenato anche l'Airforce e l'Electric.
Vassallo ancora oggi è il giocatore che vanta il maggior numero di apparizioni e di reti segnate, 99 gol in 104 presenze con l'Etiopia. Insieme al fratello Italo di professione attaccante, ha raggiunto il punto più alto in nazionale vincendo La Coppa d'Africa del 1962 e risultando il miglior giocatore della competizione con 3 gol, a pari merito con l'egiziano Abdel Fattah. Proprio i due fratelli sono finiti sul tabellino dei marcatori della finale contro l'Egitto, segnando un gol a testa nel 4-2 ai tempi supplementari che ha permesso a Luciano di sollevare il trofeo da capitano.
La sua avventura in quella Coppa d'Africa poteva venire rovinata dalla forte opposizione del padre padrone della Federcalcio etiope in quel periodo, Ydnekatchew Tessena che impone all'allenatore di togliere la fascia da capitano a Vassallo prima della semifinale poiché secondo la sua opinione, non può essere un meticcio a rappresentare il paese in nazionale. L'ordine imposto dall'alto però fa scattare una rivolta nello spogliatoio, guidata dall'amico e compagno in nazionale Mengistu Worku e la fascia resta sul braccio di Luciano.