Ricordo i tempi in cui correvamo a perdifiato sul tappeto verde del Magona, prendevamo posto sulle gradinate ampie e basse, sui sedili di ferro della vecchia tribuna verde, incitavamo i ragazzi che vestivano la maglia nerazzurra. Piombino, amore mio! Potrei esclamare, parafrasando titoli di famosi romanzi, perché la mia unica vera squadra, la sola che ho sempre seguito è l’Unione Sportiva Piombino, qualunque nome portasse, quel che contava era il colore delle maglie. 

Non sarebbe potuto essere altrimenti, visto il mio ruolo di arbitro di calcio, interpretato dal 1976 al 1999, dopo aver tentato con scarsi risultati di vestire la tanto amata maglia nerazzurra. Il Piombino era la sola squadra che non avrei mai potuto arbitrare in una competizione ufficiale, perché era la formazione del luogo natio, la compagine della mia città. Confesso la mia difficoltà a dirigere persino alcune amichevoli, perché il nerazzurro cancellava l’imparzialità di giudizio”.

Testo e parole di Massimo Panicucci, piombinese doc che nel suo libro “La grande partita del 1951. Piombino-Roma 3-1” racconta l'impresa compiuta dai nerazzurri toscani in Serie B nel secondo dopoguerra. Oggi l'Atletico Piombino erede di quella squadra che dal 1951 al 1954 ha disputato la seconda serie nazionale toccando il punto piu alto della sua storia, é attualmente sesta in classifica nel girone B di Promozione e in piena lotta per un posto nei playoff. Ispirandoci al suo libro proveremo a tornare indietro con la memoria e a raccontare fatti e protagonisti di un episodio che come accadeva spesso, vedeva protagonista il calcio di provincia molto più di adesso dove a prendere il sopravvento é la logica del dio denaro. 

Stadio Piombino 1951
Stadio Magona d'Italia
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