Spalletti nell'occhio del ciclone: dalle convocazioni, alle formazioni schierate. Tutti gli errori del ct azzurro

Spalletti viene considerato il primo responsabile della disfatta contro la Svizzera. I giudizi, specie nel momento caldo della sconfitta, diventano sempre molto netti. Ma, come anticipato, questa volta si ha la netta sensazione che i danni sarebbero potuti essere limitati. Per esempio, a partire dalle convocazioni. Spalletti ha preparato, seppur in poche gare, questo europeo, con alcuni uomini che poi non ha nemmeno convocato - si veda Bonaventura, Orsolini, Locatelli. Attenzione, questa non è una critica alla convocazione di Fagioli - per chi scrive, davanti alla difesa, pochi sono migliori del centrocampista della Juventus tra gli italiani. Poi, per carità, sarebbe stato meglio un profilo con più minuti nella gambe. Ma fa specie che, solo per fare un esempio, Bonaventura sia diventato dal “Bellingham italiano” (parole dello stesso ct) a non essere nemmeno convocato.

Giacomo Bonaventura, Domenico Berardi e Manuel Locatelli
Giacomo Bonaventura, Domenico Berardi e Manuel Locatelli (ph. Image Sport)

Così come il fatto che il ct sembra aver un po' confuso il ruolo da tecnico della Nazioanle con quello da allenatore. Il ct non ha molto tempo per lavorare con i propri giocatori. Pertanto, oltre a non aver creato un gruppo affidabile, non puntando su alcuni uomini che hanno contribuito a portare l'Italia all'Europeo, Spalletti non è riuscito nemmeno a far rendere al massimo i suoi ragazzi. L'ex allenatore del Napoli ha deciso di puntare su un modulo che gli ha dato soddisfazioni in carriera, ma che non era adatto alle caratteristiche degli uomini a propria disposizione.

Il caso più emblematico è il dualismo tra Bastoni e Calafiori. I due difensori, infatti, sono i due migliori interpreti del ruolo della nostra Nazionale, su questo non c'è dubbio. Ma è anche vero che hanno caratteristiche simili. L'averli impiegati entrambi ha limitato quello, tra i due, impiegato in una posizione di sacrificio (Bastoni). Oltre a ciò, tanti giocatori fuori forma e completamenti spompati, sono stati impiegati in maniera continua anche se con la presenza di altri elementi più freschi (emblematici i casi di Di Lorenzo e Dimarco). Insomma, gli errori sono evidenti. Gli errori ci sono stati. Ma il tecnico ha dovuto fare i conti anche con difficoltà non preventivate.

Rubens Vargas e Giovanni Di Lorenzo
Rubens Vargas esulta dopo il gol all’Italia (ph. Image Sport)
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