In Serie A stadi vuoti e polemiche, in Premier sold-out e ricavi
In Italia gli stadi si svuotano, in Inghilterra invece sono sempre sold-out sia in Premier che nelle serie minori. Ricavi nemmeno paragonabili
Lo spettacolo della Premier con i suoi stadi sold-out
Il parallelismo con la Premier League secondo alcuni è ingeneroso e quasi azzardato, ma vale la pena raccontare come Selhurst Park sabato pomeriggio fosse pieno fino all'orlo con il Crystal Palace imbrigliato in una stagione complicata.
L'avversario dei londinesi, il Burnley che ormai sembra condannato a retrocedere, si è comunque presentato nel Sud di Londra sospinto da un numero considerevole di tifosi che hanno seguito la squadra in trasferta nonostante una classifica precaria. Anche qui Selhurst Park è solo uno dei tanti esempi, ne potremmo citare altri, ma per semplificare le cose diciamo solo che si è registrato il sold-out in tutte la partite di Premier League. Se il paragone tra Serie A e Premier League non regge il confronto a priori, scendiamo di un gradino andando a dare un'occhiata in Championship, la Serie B inglese. Viaggiando verso l'Ovest di Londra ci siamo stropicciati gli occhi con il colpo d'occhio di Loftus Road, stadio del Queens Park Rangers, club che quest'anno sta lottando con le unghie e con i denti per rimanere aggrappato al treno che porta alla salvezza. Nell'ultimo match di campionato, il QPR ha vinto in rimonta per 2-1 contro il Rotherham United. Tre punti d'oro per i padroni di casa, spinti da uno stadio pieno e da una tifoseria che ha dato spettacolo, nonostante la squadra sia partita per puntare ai play-off e invece si ritrovi a lottare per non retrocedere.
Serie A vs Premier League: un confronto impari anche sui ricavi
Dati alla mano i diritti televisivi della Premier League per i prossimi quattro anni sono stati venduti a 6,7 miliardi di sterline, 7,8 miliardi di euro. L'ultima squadra del massimo campionato inglese incassa il 40% in più della prima squadra di Serie A. Dai numeri non si scappa, ma sarebbe utile fare una riflessione una volta per tutte. Stadi vuoti, polemiche arbitrali, cultura del sospetto, giocatori osannati dopo due gol e etichettati come pacchi dopo due partite in sordina, allenatori giudicati troppo in fretta dopo una stagione positiva o negativa, tutti questi ingredienti, e molti altri, nello stesso contenitore hanno generato un veleno che poco a poco ha fatto ammalare il calcio italiano.