Juventus, Conceicao sgancia la bomba: "Torino mi piace. Qui non mi vedo di passaggio"
In una intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, l'asso portoghese ha parlato del suo arrivo in Italia e della sua idea di calcio puro e qualitativo
Il figlio d'arte Francisco Conceicao è certamente una delle sorprese più liete della nuova Juventus di Thiago Motta; arrivato come seconda linea di Nico Gonzalez in prestito oneroso, complice anche l'infortunio dell'argentino, si è ritagliato il suo spazio nell'undici titolare, tant'è che il club torinese ha già esercitato il suo riscatto dal Porto per 34 milioni.
Tanta rapidità e uno contro uno a servizio della squadra della Mole, è già a quota 2 gol e 4 assist in 9 partite stagionali, inclusa la bellezza di Lipsia, che lo rendono uno degli esterni d'attacco più in forma e pericolosi della nostra Serie A. Si è raccontato in una intervista alla Stampa, ecco le sue parole:
Il rapporto di Conceicao col padre e i fratelli
Papà, a me e ai miei fratelli, dice di essere sempre noi stessi. Mio fratello José ha nove anni, ma con il pallone ci sa fare. Poi ci sono io, c’è Moises e ci sono i due difensori, Rodrigo, 24 anni, dello Zurigo e Sergio, 27, dell’Anorthosis. Con mio padre ci sentiamo prima e dopo ogni partita, ma lui non interviene mai su temi tattici, se ne tiene alla larga. Nelle nostre telefonate parliamo di me, di come mi sento. Con i miei fratelli siamo cresciuti sfidandoci in casa con mamma che impazziva nel portarci agli allenamenti. Con un padre così, del resto, era naturale che ci innamorassimo del pallone, ma papà non ci ha mai imposto niente: “solo se vi sentite realizzati, sarete felici”, il suo ritornello.
Il “calcio di strada” del portoghese e la sua visione di Motta
Per me il pallone è tutto.. il mio umore è strettamente collegato a ciò che accade nella partita. Mi ispiro al calcio di strada, un modo di pensare che attiva l’interesse dei tifosi: la gente viene allo stadio per trovare la fantasia, per esaltarsi guardando la giocata che può trasmettere allegria. Io non perderò mai di vista questa prospettiva. Motta ci chiede creatività quando siamo nell’ultimo terzo di campo. Ci dice che dentro ad una strategia collettiva, ognuno è, poi, libero di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche. E le mie sono queste.
Le grandi differenze fra Oporto e Torino e la sua opinione sulla Juventus
Oporto è una meraviglia, Torino mi incuriosisce molto: qui c’è tutto per vivere al meglio la mia professione. Non mi vedo di passaggio con questa maglia, altri discorsi non li posso fare perché non tocca a me farli. Ma il progetto Juve mi piace..
La scomparsa del “Futebol de Rua” e la magia di Lipsia
Si sta perdendo lo spirito puro del calcio di strada, purtroppo è così. Quando vedo il mio fratellino José costretto a muoversi come ingabbiato negli schemi già alla sua età, mi fa male: il calcio libero è un’altra cosa ed è quello per cui si va a vedere le partite. Per quanto riguarda il gol al Lipsia, è stato un bellissimo momento, per me e per la squadra: in Germania ho realizzato il mio gol più bello, ma lavoro per farne altri migliori. A me piace pensare in grande, vorrei, un giorno, essere ricordato come uno dei più forti.
Il controverso episodio del rosso contro il Cagliari
Sono stato toccato, l’arbitro poteva non concedere o concedere il rigore, ma non ho simulato. Io, in generale, vado sempre mille all’ora, cercando il dribbling.
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