Ferrara: "Ecco cosa serve alla Juve per vincere. Vi racconto di quando Lippi divenne furioso.."
Attraverso le pagine della Gazzetta dello Sport, l'ex bianconero Ciro Ferrara ha parlato della Juventus di ieri e di oggi, paragonando Lippi a Thiago Motta
Ciro Ferrara, ex difensore e tecnico della Juventus, alla vigilia di Juventus-Stoccarda, ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport. L'attuale commentatore di DAZN, ha toccato vari temi, dalla sua Juventus del 1996 che vinse la Coppa dei Campioni contro l'Ajax, all'attuale squadra di Thiago Motta. Ferrara inizia da un confronto tra il tecnico italo-brasiliano, e Marcello Lippi.
Il paragone tra Lippi e Thiago Motta
Thiago Motta nello stile ricorda Marcello Lippi. I bianconeri hanno cominciato bene, come facemmo noi. Ma qualsiasi paragone con la Juventus 1996 dipende dal risultato finale, che fa la differenza. Quindi bisogna aspettare. Marcello e Thiago nello stile e nella capacità di creare empatia con il gruppo si somigliano. L’impressione è che Motta sia pacato in pubblico, ma focoso nello spogliatoio. Proprio come Lippi. Le incavolature di Marcello le ho vissute in prima persona. Thiago non lo conosco, ma da fuori me lo immagino così
La prima arrabbiatura di Lippi che mi viene in mente?
Quella dopo Foggia-Juve 2-0, ottobre 1994, una figuraccia storica. Lippi era furioso e ci disse: “D’ora in poi si comincia a pressare alti, piuttosto rischieremo delle imbarcate ma voglio una squadra che tolga immediatamente la palla agli avversari”. Da quel momento cambiarono tante cose e iniziò la cavalcata prima in campionato e la stagione successiva in Champions. Nella Juve 1995-96 tutti lavoravamo per non prendere gol. Il merito maggiore era degli attaccanti: Ravanelli, Vialli e Del Piero si sacrificavano tantissimo e per noi difensori era tutto più semplice. Questa compattezza di squadra, anche nella riconquista del pallone, la rivedo nella Juve di Motta. Però mi fermerei qui con i paragoni… Noi nel 1996 eravamo una squadra ed un gruppo ben definito, reduce dalla vittoria dello scudetto dell’anno prima. Mentre questa Juve è all’inizio di un nuovo ciclo dopo la rivoluzione estiva
La Juventus di oggi: il pensiero di Ferrara
Thiago Motta è più avanti o più indietro? Dipende dai punti di vista. Il fatto di incassare pochi gol è molto positivo, soprattutto perché è evidente che tutta la squadra sia coinvolta nella fase difensiva. Ma soprattutto a centrocampo deve ancora trovare una struttura definita a livello di uomini. I titolari del Napoli e dell’Inter si conoscono, quelli della Juve non ancora. Motivare tutta la rosa è importante, ma per arrivare in fondo servono anche delle certezze e una formazione tipo. Il successo di Lipsia è stato importante per lo spirito e il coraggio. Ma non sottovalutate la vittoria sulla Lazio. I successi sofferti sono quelli che fanno più godere una squadra. Non so se sarà la svolta, ma sicuramente sarà una bella spinta anche per la sfida contro lo Stoccarda
La Champions arriva prima del match con l'Inter. Meglio o peggio?
Può essere una fortuna. Segna Kalulu allo Stoccarda. Il francese se lo meriterebbe, finora si è dimostrato il migliore dei rinforzi estivi: l’ho detto anche a lui sabato. Della Juve di oggi c’è un giocatore che avrebbe trovato spazio nel 1996? No. Massimo rispetto, ma se la nostra Juve vinse tutto è perché si era creato un qualcosa di perfetto. Di quella squadra non cambierei nulla, nemmeno il magazziniere.
A Motta quale campione della vostra Juventus farebbe più comodo?
Vialli, il capitano: trascinatore assoluto. E Vlahovic? Parliamo di un attaccante che arriva sempre in doppia cifra. Dusan non si discute, ma non smetta di volersi migliorare a livello tecnico
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