So che è appassionata di apnea. Come si interfaccia l'acqua con la scherma?  

Mi piace l’apnea e lavorare in acqua perché la piscina per me è un luogo dove allenare lo stress, avere più consapevolezza di me stessa e del mio corpo, riavvicinandomi ai gesti più puri della scherma. Uso l’acqua, che adoro, per migliorare la mia performance fisica e mentale ma non sarei mai in grado di essere una nuotatrice: per seguire la linea nera sul fondo ci vuole una fortissima forza mentale.

Anni fa in un’altra intervista le feci alcune domande che vorrei riproporle: qual è stata, sino ad oggi la gara più emozionante?  

Rimane sempre la gara di Tallin, novembre 2017, in cui ho vinto contro avversarie toste. La definirei la gara perfetta 

Quale la medaglia più combattuta?

La medaglia più combattuta è stato il bronzo olimpico a Tokyo 2021, nella semifinale per il 3-4 posto contro la Cina che io, Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio e Federica Isola abbiamo vinto. La più combattuta e la più desiderata

Quale l’avversario più difficile da battere?

Sono sempre io, me stessa.

Maria Navarria, Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio e Federica Isola
Maria Navarria, Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio e Federica Isola 

In passato, in particolare dopo le gare di Doha nel 2022 ha subito un’operazione al ginocchio che l’ha tenuta lontana per un po’ dalle pedane. Come vive un’atleta del suo livello un momento così difficile e come lo supera?

Purtroppo è la routine di un’atleta professionista, anzi mi ritengo fortunata perché a 38 anni ho subito solo un intervento. Lo sport logora il fisico, consuma le cartilagini e irrigidisce le articolazioni a causa dei gesti ripetuti, tante volte e tutti i giorni. Ho superato questo momento di difficoltà con il lavoro e con la voglia di tornare in pedana e, nella pratica, grazie ad uno staff medico super, all’Esercito e al mio team, che non hanno mai smesso di supportarmi nelle settimane dopo l’operazione

L’estate 2023 l’ha vista primeggiare in diverse gare a livello nazionale ed internazionale regalandole grandi successi. Ora, a distanza di mesi cosa rimane di quell’esaltante momento di forma fisica e di successo? C’è un ricordo di quel periodo particolare che le affiora in maniera più marcata rispetto ad altri?    

La scorsa estate è stata splendente con un bottino di sei medaglie tra italiani, europei e mondiali. Sono arrivata a giugno in un’ottima condizione fisica e soprattutto mentale. È stato un ottimo lavoro di pianificazione, non sempre si riesce ad essere così esplosivi e performanti. Le vittorie dell’estate sono state un carburante prezioso per i mesi successivi, ricordi che riaffiorano nei momenti di difficoltà e di fatica. Il mondiale di Milano è stato un mondiale in cui mi sono sentita a casa, circondata dalla mia famiglia, dal mio team, dai miei amici e da tantissimi tifosi che sono venuti a tifare per me. Ecco, noi non siamo sportivi abituati al tifo e alle grandi folle, ma a Milano ho sentito questa forza a fondo pedana e questo è il ricordo che non posso dimenticare

Mara Navarria
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